Il Diavolo dalla bocca by Mario Pincherle

autore:Mario Pincherle [Pincherle, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EIFIS Editore
pubblicato: 2024-04-15T09:43:04+00:00

Seconda Parte

Satana,

Spirito del Male?

Gli avvenimenti di Loudun ci hanno mostrato un mondo che, se non avesse, come ha, radici fermamente storiche, parrebbe ancorato alle più antiche leggende. Del resto la maggior parte di queste affondano appunto in una realtà di fatti storici che, deformati e caricati di artifici cerebrali, non fanno altro che confondere ingenue finzioni con visioni spettacolose e scene orrende, per trovare sfogo in intrecci che le rendono alla fine inverosimili.

Quante di esse, per esempio, nelle tradizioni popolari di ogni paese, fanno riferimento al diavolo ed al suo seguito di streghe? Tutto il mondo cristiano medievale lavorò attorno a Satana con inesauribile fecondità e non c’è luogo ove le tradizioni non hanno a protagonisti demoni, streghe, stregoni, e maghi, invasati e fattucchiere, che di Satana sono appunto gli esemplari più vicini.

Le leggende cristiane alimentate specialmente in un periodo storico in cui la realtà andava spesso al di là della leggenda medesima — come nel caso di Loudun — ebbero origine appunto, per la maggior parte, in seguito a tali avvenimenti, quando religione e superstizione si confondevano nell’anima delle plebi, quando miracolo e prodigi si dividevano con il misticismo rinunciatario degli asceti e le lusinghe immediate che il commercio con Satana poteva realizzare, in pari misura, le vocazioni delle genti.

Si può convenire pertanto che, nella sostanza, ogni leggenda si ricollega ad un tragico evento e che in ogni caso non si esaurisce in un risultato di pura fantasia.

E non è neppure del tutto fantasiosa — la possessione da parte di Asmodeo di Jeanne des Anges lo conferma — la presenza dei demoni, almeno per quanto si riferisce alle credenze di allora.

In tutte le religioni si è sempre trovata, spesso come elemento inquinante, la credenza nel dualismo fra lo spirito del bene e lo spirito del male e quest’ultimo, identificato in seguito alla diffusione del cristianesimo, ma già con qualche addentellato affondante nella tradizione ebraica della quale appunto il cristianesimo era filiazione, col diavolo, avente lo scopo di togliere al primo, lo spirito del bene, il maggior numero possibile di anime per arruolarle nel suo esercito. Questo esercito secondo Giovanni Wier — uno dei più dotti ed appassionati demoniografi — era composto di settantadue duchi, conti o marchesi — secondo una gerarchia di tipo feudale — e di ben 7.409.926 diavoli... della gleba.

Come abbia fatto il signor Giovanni Wier a contare i demoni con tanta precisione è un dato che a noi sfugge.

Ma se è ovvio mettere in dubbio asserzioni del genere, è invece indubbio che nei secoli dal XIII in poi fino alle soglie del XIX, con punte eccezionali nel XIV e XV, la credenza nel diavolo ebbe un tale «culto» e sono tante le fonti storiche e «scientifiche» che ci riportano alla sua esistenza, da rimanere sbalorditi. I diavoli vennero descritti, dipinti, studiati, fino a conoscerne intimamente i costumi, le abitudini, i gusti.

Religiosi e scienziati, cultori del diritto e rappresentanti delle nazioni, scrissero, studiarono, riferirono, consigliarono, diagnosticarono, curarono, processarono, punirono tenendo presente anche — e non in linea eccezionale — la componente diabolica, la superstizione demoniaca.

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