I cacciatori di libri nascosti by Alan Hlad

I cacciatori di libri nascosti by Alan Hlad

autore:Alan Hlad [Hlad, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-03-15T12:00:00+00:00


18

Lisbona

11 maggio 1943

Maria afferrò una delle maniglie di un baule che conteneva attrezzature fotografiche e da microfilm, Pilar prese l’altra, e insieme lo trasportarono all’ingresso del loro appartamento, depositandolo accanto alla valigia di Pilar. In attesa dell’arrivo di Roy, si sedettero in cucina e fecero colazione con caffè nero e pane tostato con marmellata di pere.

«Che cosa farai dei soldi che hai vinto al casinò?» chiese Pilar.

«Li darò in beneficienza» rispose Maria.

«A chi?»

Maria cercò rapidamente una risposta. Si fidava incondizionatamente di Pilar, ma non voleva tradire la fiducia che Tiago aveva riposto in lei rivelandole la sua attività segreta. «A un’associazione che aiuta i profughi ebrei. Tiago, il libraio di rua do Crucifixo, conosce bene la loro drammatica situazione. Mi farò consigliare da lui su come fare una donazione.»

«Sarebbe un buon modo di spendere quel denaro. Mi spezza il cuore vedere tante persone disperate che lasciano l’Europa per sfuggire alle persecuzioni. Quando lo vedrai?»

«Oggi.»

Un lieve sorriso apparve sul volto di Pilar.

«A che stai pensando?»

«Tiago ti piace.»

Maria arrossì. «Lui ci sta procurando importanti pubblicazioni dell’Asse da microfilmare. La sua libreria è la miglior fonte per i nostri acquisti, e la sua commessa, Rosa, è una persona piacevole con cui chiacchierare.»

«Ho notato che quando ne parli usi il suo nome anziché quello del suo negozio, la Livraria Soares. Quando parli di altri negozianti, di solito usi il nome della libreria.»

«Non ci avevo fatto caso.»

Pilar mise da parte la sua tazza vuota. «Volevo dirti che ieri sono stata alla libreria di Tiago.»

Maria sollevò la testa di scatto.

«Ero da quelle parti, così mi sono fermata a prendere un giornale.»

«Hai visto Tiago?» chiese Maria.

«Sì.»

«E che cos’ha detto?»

«Mi ha chiesto come stavi.»

Maria raccolse le briciole sul suo piatto. «E tu cosa gli hai detto?»

«Gli ho detto che stavi bene.» Pilar si chinò verso di lei. «Sei innamorata di lui, vero?»

«Forse.» Maria si lisciò le pieghe della gonna. «Ma non ho tempo per la mia vita personale. I miei doveri vengono prima.»

«Fra poco sarai sola» disse Pilar. «Ti farebbe bene avere un amico mentre Roy e io siamo a Madrid.»

Maria fece un respiro profondo e annuì. Di colpo provò un senso di vuoto. «Mi mancherai.»

«Anche tu.»

«Che effetto ti fa tornare in Spagna?»

«Sono preoccupata» rispose Pilar. «Non è più il Paese che i miei genitori e io abbiamo lasciato prima della Guerra Civile. Sarà dura vedere gli spagnoli vivere sotto una dittatura.»

«Lo immagino.» Maria osservò il volto inquieto dell’amica. «Io credo in te. Farai grandi cose a Madrid.»

«Lo pensi davvero?»

«Lo so. E mi aspetto che tu scopra una pubblicazione nemica che ci aiuti a vincere la guerra.»

Pilar sorrise. «Farò del mio meglio.»

Bussarono alla porta.

«Vado io.» Maria si alzò e andò ad aprire.

Roy entrò e posò due valigie per terra. Guardò Pilar, che stava impilando le stoviglie nel lavandino. «Sei pronta?»

«Sì» rispose Pilar. «Dammi un minuto per lavare questi piatti.»

«Lascia stare, lo faccio io più tardi» intervenne Maria. «Volete che vi accompagni alla stazione?»

«È molto gentile da parte tua, ma non è necessario» rispose Pilar.

«Ti manderemo un telegramma quando arriviamo a Madrid» disse Roy.



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