Forte e Chiara by Chiara Francini

Forte e Chiara by Chiara Francini

autore:Chiara Francini [Francini, Chiara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-05-02T12:00:00+00:00


I riccioli, i mozzarelli e la Resistenza

FRANCESCA, DETTA CHEGA

E poi c’erano i pomeriggi a Campi, dalla Chiara.

Ogni volta una festa, di quelle che aspetti con lo stomaco in subbuglio e la testa leggera, sapendo di poter fare cose che mai, mai potrebbero succedere a Pontassieve, dove abitavo io.

Prendere il mitico autobus numero 30, per iniziare: doppio, con la pedana circolare centrale tutta dinoccolata che nemmeno il tagadà, in cui si vedono i cavi avvitorcolati che uniscono le due metà. E poi il suo contenuto: adolescenti bellissimi e pericolosi della periferia nord, molto più misteriosi di quelli del mio treno per Arezzo, tra i quali vedevi la Chiara già muoversi con disinvoltura, ipnotica incantatrice di serpenti di periferia, seppur gravata dai trenta chili di Invicta di ordinanza, e dal Rocci trasportato a mano.

E scendere dal 30 e salire a casa della Chiara, con gli scalini di marmo color crema lucidi e un buon profumino che passa dalle porte. Dagli appartamenti rumori di forchette sulle stoviglie, quasi estate. Entrare in casa e sentire l’amore di mamma Sara che si concretizza nel piatto di mozzarelli che ci ha lasciato da scaldare in forno: che goduria quasi illegale… i fiorattelli, chissà perché noi li chiamavamo così, che di naturale non hanno nemmeno la scatola…

Ma soprattutto, summa omnium malorum, guardare Non è la Rai senza divieti, intrusioni, sguardi giudicanti. Noi che si fa il classico, che ci si dovrebbe occupare solo dei massimi sistemi, che si dovrebbe fare dell’astrazione l’unica categoria mentale percorribile, a urlare come baccanti che quelli no, non sono i capelli di Miriana, è una parrucca non s’abbia a vedere, diobono. E osservare in estasi la Chiara che balla al ritmo di T’appartengo, spiarne le mosse e cercare di riprodurle, senza mai poter avvicinarsi alla studiatissima disinvoltura con cui la Francini simula palpitazioni, lascia ondeggiare la chioma dorata, si unisce ad Ambra in un’invocazione accorata all’amato. E poi sa anche Machiavelli e gli indefiniti latini, o come farà?

E vedere nella sua camera i messaggi di Ale, il fidanzato invidiato da tutte, ricopiati su chilometri di Post-it colorati, e sentire tornare quell’ondata di affetto e invidia per l’amica che non ha idea di quanto è bella e della luce che diffonde.

E tornare al dovere dispiegando le doti strategiche di Lisistrato nel suddividere le ore di studio a disposizione con le pagine di filosofia da studiare: «Se facciamo cinquanta pagine ogni venti minuti, in sei ore siamo pronte all’interrogazione. FATTA». E dopo un’ora essere a pagina sette senza averci capito una mazza. Disperazione e ottusa, imperterrita ostinazione. Ci si fa.

E poi essere lì al rientro di Sara e Giancarlo, che belli che sono. Giancarlo col suo carisma e quell’accento romano con cui sembra sempre pronto a canzonarti. “Ah, se alla scuola guida di Pontassieve ci fosse un bono come te non prenderei la patente alla motorizzazione, anche se costa meno!” La Sara con i trucchi nel lavandino del bagno, un sogno proibito; minuta e delicata ma custode del più inflessibile senso del dovere. Con tono perentorio ci intima di finire di prepararci per l’interrogazione.



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