Fidel by Gianni Minà

Fidel by Gianni Minà

autore:Gianni Minà [Minà, Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimumfax


FIDEL

Presente e futuro di un’ideologia in crisi

Giugno 1990

NOTA INTRODUTTIVA

Quando il 28 giugno 1987 ho incontrato Fidel Castro per sedici ore, nella più lunga intervista televisiva mai concessa dal leader cubano, non pensavo certo di ripetere l’esperienza soltanto tre anni dopo per un faccia a faccia ancora una volta di notevole durata (sette ore) e in un contesto politico completamente mutato, non solo per la fine del comunismo nei paesi dell’Est europeo.

Quella seconda intervista doveva servire allo scopo di aggiornare i capitoli riguardanti la politica estera e quella interna, in vista dell’edizione americana del primo libro, Il racconto di Fidel, diventato, con il titolo Habla Fidel, un successo in molti paesi, fra i quali Argentina e Messico, e che con diverse accoglienze e sentimenti aveva cominciato a circolare anche a Miami, fra gli anticastristi d’annata, storici nemici della Rivoluzione. Il racconto di Fidel era risultato infatti una sorta di autobiografia narrata davanti a due cineprese, un tentativo, dopo tanta discrezione («En silencio ha tenido que ser», sosteneva José Martí, il padre della patria cubana), di raccontare una vicenda umana e politica discussa, controversa, condannata a opposte interpretazioni, esageratamente osannata e respinta, ma comunque irripetibile. Il nuovo incontro è diventato invece un altro reportage televisivo e poi un libro sul presente e il futuro di un’ideologia che l’Occidente considera tramontata e anche su un sogno politico, quello di Fidel Castro, perseguito pervicacemente e resistente a qualunque rovescio o delusione.

Credo che Fidel abbia accettato nuovamente di spiegarsi non soltanto perché gli anni dall’87 al ’90, per il comunismo internazionale, sono stati come cinquanta, ma perché io stesso avevo sollecitato una nuova intervista per formulare le domande che erano rimaste in gola a tutti coloro che meritavano, o pensavano di meritare più di me, di far parlare Fidel Castro. Avevo condotto buona parte della ricerca per la prima intervista con l’aiuto di Saverio Tutino, uno dei massimi conoscitori, per esperienza di vita e per studi, di Cuba e dell’America Latina, ma evidentemente per un argomento come la Revolución cubana, che per molti, più che un amore, è stata una passione travolgente, quell’impostazione non era sembrata sufficiente. E meno che mai a chi è visceralmente anticomunista o a chi, dopo la grande passione, aveva cambiato bandiera e aveva urgenza, innanzitutto, di giustificare se stesso.

Nella mia vita sono stato spesso travolto dalle passioni, ma purtroppo non da quelle politiche. Non so quello che si prova in questi casi prima, durante e dopo, così cerco di fare soltanto il mio mestiere di cronista.

Quando la prima intervista era andata in onda sul terzo canale della Rai ed era diventata un libro, suscitando grande interesse, ma anche una polemica esagerata e un’avversione spesso sospetta, mi era venuta voglia di approfondire, di sapere di più su questa vicenda, da Castro e dai documenti dei grandi organismi internazionali. Il dato singolare evidenziato da questa ricerca era che, probabilmente, non era stato mai accettato che una piccola isola dei Caraibi assumesse improvvisamente un ruolo di prima linea ideologica, sociale e politica fino



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