Fausto Gullo by Giuseppe Pierino

Fausto Gullo by Giuseppe Pierino

autore:Giuseppe Pierino [Pierino, Giuseppe]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Biografie
ISBN: 9788849867497
editore: Rubbettino
pubblicato: 2021-03-25T07:28:46+00:00


Gullo, leader parlamentare

L’antiregionalismo di Gullo

Incamerato l’articolo 7 ed esaurita la trattazione del titolo II del progetto di Costituzione: «rapporti etico-sociali», si formalizzò la crisi di governo e dell’unità antifascista. La Chiesa ambiva allora al risultato effettivo, all’approvazione della Costituzione il prima possibile. E così, senza intralci, si passò alla seconda parte del progetto anticipando il titolo V, «il decentramento», a motivo delle inevitabili ricadute che l’istituto regionale avrebbe riversato sul generale assetto istituzionale, vuoi per la contraddittorietà degli emendamenti presentati, vuoi per la persistenza d’un più marcato orientamento «federale». Marco De Nicolò ha poi rilevato in quale misura «il decentramento e la creazione delle regioni rappresentarono nodi spinosi […] mescolandosi in quelle discussioni elementi ideologici, preoccupazioni politiche e motivi di opportunità»23.

Malgrado posizioni articolate, la sinistra riversò nel dibattito ambasce e incertezze a causa dell’irrisolto rapporto tra progetto statale e latente crisi politica. Si insinuò infatti l’idea che la regione rappresentasse comunque una remora a eventuali avventure. Mentre Gullo continuò a vedere nella regione l’ostacolo alle riforme più radicali e complesse, come quella agraria, e l’occasione d’invertire il processo risorgimentale e riconsegnare il Mezzogiorno ai suoi nemici. I comunisti e Gullo stesso non esprimevano una contrarietà di principio. Ma la loro posizione più netta e determinata nasceva, da un lato, dalle preoccupazioni suscitate dal Movimento indipendentista di Finocchiaro Aprile, in Sicilia e, soprattutto, dall’idea di «Stato» che Gullo immaginava ispirato al modello francese, saldo al centro e in rapporto dialettico, non mediato da poteri intermedi, col sistema delle autonomie locali altrettanto forte se radicato nel popolo.

Al Congresso dei comunisti siciliani che si era tenuto a Messina a metà aprile del ’44, il relatore Giuseppe Montalbano, un professore universitario uscito poco prima dalla galera fascista, disse francamente: «La questione separatista in Sicilia è della massima importanza. Un gruppo di latifondisti protetti dalla mafia24 e dagli avvocati palermitani si son dati a diffondere questo movimento antipatriottico e antiproletario […] È stato creato in Palermo un Fronte del Lavoro in collaborazione col Partito socialista e un Fronte della Libertà con tutti gli altri Partiti unitari. Questi fronti lottano il separatismo difeso e protetto dagli anglo-americani. Prefetti e sindaci25, tutti separatisti, non sono l’espressione del popolo. È perciò necessario il passaggio allo Stato italiano qualunque sia la sua forma istituzionale».

Nella clandestinità l’assenza dei dirigenti più autorevoli e le relazioni intermittenti col «Centro» del Partito avevano favorito, in Sicilia, l’insorgere di gruppi e propositi spesso tra loro discordanti pur se avversi alla posizione estrema di Finocchiaro Aprile. La lotta al separatismo fu però al centro del dibattito per molti aspetti «caotico del I Congresso regionale di Messina»26 in cui Gullo riconobbe l’esigenza d’una specifica autonomia amministrativa per la Sicilia, la Sardegna, le piccole province di confine escludendo però con nettezza l’area continentale, più interessata all’indipendenza dei comuni liberi finalmente dalla stretta prefettizia. Ma avvicinandosi alla Costituente il confronto sul decentramento s’allargò e, con l’approssimarsi della rottura, divenne più preoccupato e aperto a posizioni diverse nello stesso Pci: Novella e Musolino (a cui Togliatti rammentava che si



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