Ekelund Torbjørn - 2017 - Il bambino e la montagna: Un padre e un figlio nei silenzi del grande Nord by Ekelund Torbjørn

Ekelund Torbjørn - 2017 - Il bambino e la montagna: Un padre e un figlio nei silenzi del grande Nord by Ekelund Torbjørn

autore:Ekelund Torbjørn [Ekelund Torbjørn]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788833313047
Google: rqKWDwAAQBAJ
Amazon: B07RDQPZFL
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2019-05-14T22:00:00+00:00


Piove ininterrottamente per quindici ore. Il cielo si svuota in modo continuo e tranquillo, è plumbeo, senza traccia di punti più chiari o più scuri. Non c’è vento, solo una quantità infinita d’acqua che cade.

Seduti sotto lo spiovente del tetto guardiamo davanti a noi. In tutta quella pioggia gli abeti, che simili a giganti chini in avanti sono assiepati sul limitare del prato, quasi scompaiono. Non esiste più nulla alle loro spalle, solo una parete grigia di pioggia. Tutto è bagnato. Persino i sacchi a pelo e i giornalini sono umidi, anche se sono al coperto.

Metto in ordine le nostre cose.

August disegna sul suo quaderno.

Il tempo passa lentamente, così come deve passare.

Gli racconto della Seconda guerra mondiale e degli eroi del Telemark, probabilmente per ricordare a me stesso e ad August che qualcuno si è trovato in condizioni ben peggiori di quelle in cui ci troviamo adesso. Gli dico che quegli eroi vivevano in una zona montuosa non lontana dallo Skrim e che per un intero inverno si erano nutriti quasi esclusivamente di licheni. Vedo dipinta sul suo volto la stessa espressione che ho già visto molte altre volte, sia sul suo viso sia su quello dei suoi amici. L’espressione di chi è molto concentrato nello scoprire che cosa vuol dire mangiare licheni per un inverno intero.

«Che cosa ti ricordi di quando ero piccolo?» mi domanda senza nessun motivo particolare. Ci devo pensare prima di rispondere.

«Quando eri piccolo, ero sempre stanco. Stavamo sempre insieme, eppure non mi ricordo quasi niente. Quando guardiamo le foto con te ed Helena da piccoli, e mi rivedo, penso sempre: sono io? C’ero davvero anch’io?

«Sono successe molte cose tutte insieme. Ci siamo trasferiti e abbiamo ristrutturato la casa. Nel frattempo la nonna si è ammalata ed è morta pochi mesi dopo, e io avevo così tanto da fare che sono rimasto in malattia per parecchi mesi. Ero completamente stremato, in condizione di burnout come si dice, così invece di lavorare ti spingevo con il passeggino per il quartiere di St. Hanshaugen nel centro di Oslo. Andavo su e giù per il Vår Frelsers gravlund, il Cimitero di Nostro Salvatore. Dormivi, ma sapevo che, appena mi fossi fermato, ti saresti svegliato. Passavamo davanti a madri e padri che leggevano seduti sulle panchine mentre il figlio dormiva accanto a loro, tutto sembrava così pacifico e tranquillo, ricordo addirittura un papà che si era portato dietro un thermos di caffè e se lo beveva mentre leggeva un romanzo piuttosto voluminoso. Dava l’impressione di essere sicuro che il bambino nel passeggino avrebbe dormito a lungo. Anch’io volevo fare la stessa cosa, così mi sono portato dietro un libro e quando siamo arrivati davanti alla lapide di Bjørnstjerne Bjørnson, che si trova in una parte più isolata e in salita del cimitero, mi sono fermato e mi sono seduto su una panchina, ma non avevo ancora avuto il tempo di leggere una sola frase che ti sei messo a piangere come un disperato e così ho dovuto rimettermi a spingere.

«Non potresti dormire un po’ di più, non vedi che sono esausto! ho pensato.



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