E dopo tanta notte strizzami le occhiaie by Andrea G. Pinketts

E dopo tanta notte strizzami le occhiaie by Andrea G. Pinketts

autore:Andrea G. Pinketts [Pinketts, Andrea G.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852094071
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Dio era assolutamente ammirato.

«Allora, Sciur Eterno, come le sono sembrato?»

«Innocente. Dovrei trovare il modo di preservarti dalla contaminazione, impedirti di finire nell’ingranaggio dello show-business. Sai essere maialesco, ma hai l’innocenza, ribadisco, del maialino. Tu non puoi saperlo ma io sono sempre stato fortemente contrario alla strage degli innocenti.»

Il maestro Zac divenne rosso come un peperone.

«La ringrazio per le belle parole, Sciur Eterno, sto solo cercando di sdebitarmi.»

I due si guardano negli occhi. Il maestro Zac osò:

«Mi scusi, Sciur Eterno, ma improvvisamente mi sono reso conto, non so come dirglielo, che lei ha un occhio solo, che lei è un occhio solo, come l’occhio di D…»

«Di Dio, stava per dire? Pura iconografia e nel tuo caso autosuggestione. In realtà io ci vedo benissimo, il mio problema è di udito, piuttosto. Francamente, a me c’è gente che chiede un sacco di cose ma non sento un cazzo! Senti, tu piuttosto, io ora devo tornare al casello, nel frattempo fai quello che vuoi, mi casa es tu casa, però non emozionarti con entusiasmo servile, sono contrario alla strage degli innocenti e allergico ai peperoni.»

* * *

La creatura non aveva mai sete, essendo composta in gran parte d’acqua, ma Tano cominciava, in forma umana, a provare un certo languorino.

Il Leviatano avrebbe disapprovato, non gli piaceva per nulla l’idea di essere soggetto ai canoni dei cannelloni, dei cannoncini dei bignè. Il Leviatano si nutriva di distruzione che riusciva a procurarsi grazie ai suoi tentacoli, ma ormai erano in tre: lui, la creatura e Tano, una trinità che ab origine era stata destinata, in quanto giocattolo di Dio, a fare solo paura e a seminare terrore puro senza conservanti e additivi.

La situazione non era più sotto controllo, la trinità non più mononucleare, tre sbandati pericolosi in un corpo a caso, un corpo inguainato alla sadomaso.

Tano si era perso, il radar dopo il raid non funzionava più a dovere, il segnale dell’esistenza di Dio si era fatto flebile.

Tano si bagnò, era un bambino cattivo in piena enuresi.

* * *

«Le piacciono le polpette, maestro Zac?»

«Mah, in generale sì, cara la mia sciura vedova Genesi. Però, se non le do troppo disturbo, in questo momento preferirei un amaro. Sa com’è, per digerire.»

Il donnone col viso da nana scoppiò improvvisamente a piangere.

«Mannò, sciura vedova Genesi, ho detto forse qualcosa di sbagliato? L’amaro le ricorda suo marito?»

«Macché! E resti tra noi, io non sono vedova in quanto non mi sono mai sposata. Nessun lutto, ho deciso di farmi chiamare la vedova Genesi per tenere alla larga i malintenzionati. Magari fossero venuti, ma sa, caro maestro, per una donna sola, senza affetti, senza nessuno che le voglia bene è difficile tirare avanti un locale da sola senza incappare in amanti occasionali che mi frequentano solo perché li rifocillo e me li trombo.»

Il maestro Zac si sentì chiamato in causa.

«Mi perdoni, cara sciura vedova Genesi, anch’io di primo acchito ho pensato di approfittare della situazione e l’ho fatto. Ma lei è ancora una bella donna, quantomeno un tipo. Un viso da nana su un corpo maestoso come il suo sono una manna dal cielo.



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