Dannazione by Chuck Palahniuk

Dannazione by Chuck Palahniuk

autore:Chuck Palahniuk
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
ISBN: 9788852020773
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XVI

Mi sente, Satana? Sono io, Madison. Al telefono, oggi, mi sono fatta una nuova amica. Non è morta, per il momento, ma ho già capito che diventeremo troppo migliori amiche.

Stando al mio orologio da polso, sono morta da tre mesi, due settimane, cinque giorni e diciassette ore. Sottraeteli all’eternità e avrete un’idea del perché un sacco di anime dannate abbandonino ogni speranza. Non per vantarmi, ma nonostante il sudiciume che regna ovunque sono riuscita a mantenermi in condizioni piuttosto presentabili. Ultimamente, prima di cominciare con le telefonate, ho preso l’abitudine di strofinare l’auricolare col microfono e dare una bella spolverata alla sedia. Al momento sto parlando con un’anziana reclusa che abita, sola, nel prefisso di Memphis, Tennessee. La sfortunata signora se ne sta intrappolata in casa anche per vari giorni di fila, e si domanda se sia il caso di sopportare le sofferenze di un ennesimo ciclo di chemioterapia, a fronte di un costante calo della qualità della vita.

La povera inferma ha risposto a quasi tutte le domande di cui l’ho tempestata, sulle preferenze in fatto di chewing gum, sulle marche di graffette preferite, sul suo consumo di cotton fioc. Le ho da un pezzo rivelato che ho tredici anni e sono morta e relegata all’inferno. Dal canto mio, sto tentando di convincerla che la morte è una passeggiata, e che, qualora non fosse sicura se andrebbe in paradiso o all’inferno, deve immediatamente uscire di casa e commettere qualche efferato delitto. È l’inferno, le dico, il posto davvero dinamico.

«Qui c’è Jackie Kennedy Onassis» le rivelo al telefono. «Non mi dica che non vorrebbe conoscerla…»

A dire il vero, da queste parti i Kennedy ci sono un po’ tutti, ma forse questo dato più esaustivo come strumento di persuasione non vale granché.

Eppure, malgrado i dolori provocati dal cancro e gli estenuanti effetti collaterali delle cure, la signora di Memphis nutre ancora delle riserve sulla possibilità di abbandonare la vita.

La avverto che chi arriva all’inferno non vive nulla di simile a un’istantanea illuminazione. Nessuno, ritrovandosi rinchiuso in una cella lurida, si dà uno schiaffo sulla fronte ed esclama: “Ma pensa! Sono stato un vero coglione!”.

Gli eccessi comportamentali non si risolvono come per magia. Semmai, i difetti del carattere si esasperano in modo incontrollato. All’inferno, i prepotenti rimangono prepotenti. Le persone rabbiose continuano ad arrabbiarsi. La gente, all’inferno, grosso modo persevera in quegli stessi comportamenti negativi che le hanno procurato il biglietto di sola andata.

Inoltre, avverto la signora col cancro, non si aspetti in alcun modo che i demoni la assistano o le facciano da guida. A meno che lei non gli allunghi in continuazione qualche caramella mou o cioccolatino ripieno. I burocrati del demonio potrebbero fingere di spostare qualche foglio con fare zelante, prometterle di riprendere in mano la sua pratica, ma in sostanza il loro atteggiamento è: se sei finito all’inferno, qualcosa avrai fatto. In questo senso, l’inferno è tremendamente passivo-aggressivo. Come la Terra. Come mia madre.

Volendo credere a Leonard, è così che l’inferno piega le persone: permettendo loro di dare sfogo



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