Dahmer contro Dahmer by Lionel Dahmer

autore:Lionel Dahmer [Dahmer, Lionel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2023-05-05T12:00:00+00:00

Jeff a quattordici anni, mentre fa il bagno in un laghetto.

8

A METÀ mattina del 23 luglio 1991 telefonai a mia madre per informarla che avevo provato a contattare Jeff, e che doveva essergli accaduto qualcosa: non sapevo cosa, ma ero certo che fosse finito in qualche guaio. Le spiegai che lo avevo chiamato al telefono di casa e mi aveva risposto un agente della polizia di Milwaukee, che mi aveva comunicato di stare indagando su un omicidio ma non aveva aggiunto altro, a parte il fatto che in seguito avrei ricevuto una chiamata.

Restai sbigottito quando mia madre mi disse che in quel preciso momento alcuni poliziotti erano in casa sua, impegnati in una minuziosa perquisizione, e continuavano a scendere e salire per la scala della cantina e a passare al vaglio tutto quanto c’era nella camera di Jeff.

«Perché?» domandai. «Cosa stanno cercando?»

Mia madre non lo sapeva.

«Non ti hanno detto niente?» chiesi ancora.

Lei sembrava in stato confusionale, le sue risposte non erano chiare. Era ovvio che non avesse idea di quello che gli agenti stavano cercando in casa sua e su quale crimine stessero indagando.

Ma in quel momento una cosa mi era chiara: se la polizia investigava su un omicidio e Jeff era ancora vivo, forse l’indagato era lui. A quel punto, e per la prima volta, cominciai a prendere in considerazione la possibilità che mio figlio fosse l’autore del crimine.

Quella possibilità diventò subito una certezza. Il vicecapo del Dipartimento di polizia di West Allis, Robert Dues, subentrò a mia madre nella telefonata, si presentò e mi domandò chi fossi. Glielo dissi, e lui precisò di non avere comunicato tutto a mia madre perché l’aveva vista, così disse, «alquanto sconvolta».

«Cosa sta succedendo lì?» domandai. «Di preciso, cosa state facendo?»

«Stiamo indagando su un omicidio, insieme con la polizia di Milwaukee.»

«Ma Jeff non abita con mia madre.»

«Sì, lo so.»

«Quindi l’indagine riguarda Jeff?»

«Sì, è così.»

«Mi sta dicendo che pensate che potrebbe avere ucciso qualcuno?»

«È quello su cui stiamo indagando, sì.»

Sebbene solo un attimo prima avessi preso in considerazione quell’idea, rimasi ugualmente sbalordito dalla brusca risposta dell’agente: lì per lì non riuscii nemmeno a capire fino in fondo quanto fosse grave quello che mi aveva appena detto.

«Dunque Jeff è stato arrestato?» domandai.

«Sì, è così.»

«Per omicidio?»

«Mi spiace ma è così, signor Dahmer.»

Se il vicecapo Dues mi avesse detto che mio figlio era stato ucciso, avrei potuto immaginarlo morto per mano di qualcuno, disteso in un vicolo, o in una stanza, oppure in qualche vago scenario che la mia mente si sarebbe affrettata a inventare. Conoscendo Jeff come lo conoscevo io, questa sarebbe stata una possibilità che avrei potuto accettare con molta più facilità: la sua timidezza, la sua passività, la sua bassa autostima erano tutte cose che lo rendevano decisamente credibile come vittima di un omicidio. Il suo nuovo appartamento non era in un quartiere granché sicuro, e lui mi aveva detto di essere già stato rapinato. Non avrei avuto difficoltà a figurarmelo mentre tornava a casa a tarda sera, magari ubriaco e barcollante, facile bersaglio per un malintenzionato.

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