Cobalto by Rosa Ventrella

Cobalto by Rosa Ventrella

autore:Rosa Ventrella [Ventrella, Rosa]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2024-03-10T15:38:02+00:00


14

Papà non è mai stato bravo con le parole, ma apprezzo che ci stia provando. E apprezzo anche che prima di passare a prendere me e Alice si sia fatto la barba, abbia pettinato i capelli indisciplinati e si sia vestito bene come per andare a un appuntamento importante.

Saliamo in macchina e per un po’ resto in silenzio. Aspetto che Alice abbia finito il suo giro di domande. Non ha ancora capito perché papà non abbia dormito a casa e quindi gli chiede se sia partito per un viaggio di lavoro, se sia andato lontano, se abbia preso l’aereo… e altre cose del genere.

«Come stai, Julie?»

La domanda mi piomba addosso all’improvviso. Per un po’ ho sperato che le mille richieste di mia sorella impedissero a mio padre di affrontare la “vera” questione con me. Attraverso lo specchietto retrovisore mi soffermo sulla sua espressione. Svuotata. Non mi viene in mente un altro termine per poterla definire meglio. Ed è un po’ l’espressione che sento addosso anch’io. I suoi occhi mi sembrano freddi come la mia pelle. Ghiaccio spezzato.

«Sto bene» gli rispondo. Anche se non è vero. Anche se vorrei gridargli di fare qualcosa, di combattere per noi, di non scomparire così all’improvviso, come un gattino ferito. Ma so che non servirebbe a niente, perché è evidente che la decisione sia già stata presa. Niente più Robinson che si tengono la mano, niente più disegni in cui tutti e quattro affrontiamo i mostri nella testa di Alice. D’istinto è a lei che va la mia apprensione. Ci sarò io a proteggerti, non preoccuparti, dico tra me.

Papà ripunta gli occhi verso la strada. La sua conversazione in merito alla separazione si ferma a questo. «Vi va di prendere un gelato?»

Alice è super contenta della proposta.

Dal canto mio, comincio ad avvertire un’ansia insopportabile. Avevo mille aspettative su questo incontro, ma ora voglio solo tornare a casa, affondare la testa sotto il cuscino e non pensare.

«Come va a scuola?» Mi costringe a un’ennesima farsa. L’ennesima domanda che lui non ha voglia di pormi e di cui io non voglio parlare.

«Bene, siamo quasi alla fine.»

Sono arrabbiata, papà, e la cosa peggiore è che non riesco a impedirmi di pensare alla domanda di mamma. E se… ? Rigetto l’idea scuotendo forte la testa.

Mio padre no. Mio padre è sempre stato una persona buonissima.

Eppure non fai niente per salvarci, papà. Possiamo andare tutti a morire, le case ridotte in cenere, le strade un mare di fango. Polvere e foglie su cui potrebbero trascinarci via, strascicando i piedi.

La nuova casa è un appartamento in Virginia Street. Qualcosa di più piccolo, ha detto mamma, e di più vicino al suo lavoro. Non importa se io ho il doppio della strada per arrivare a scuola. Oppure cambiamo istituto, ha tagliato corto. Aggiungerei: tanto tu, Julie, non hai amici, a parte Anne, non stai simpatica a nessuno, non c’è nessun ragazzo a scuola che ti guarda, e nessuno che ti accompagnerà al ballo di fine anno. Attenzione, sarebbe tutto vero! In meno



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