Cacciapuoti Massimo - 2014 - Noi due oltre le nuvole by Cacciapuoti Massimo

Cacciapuoti Massimo - 2014 - Noi due oltre le nuvole by Cacciapuoti Massimo

autore:Cacciapuoti Massimo [Cacciapuoti Massimo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Romance, General
ISBN: 9788811140412
Google: wr7tAgAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2014-03-18T23:00:00+00:00


MILANO, 14 FEBBRAIO 2013

È qui. Mi alzo e le vado incontro. Ha il passo malcerto e lo sguardo spento. «Nica», dice.

Le sorrido.

Rimaniamo ferme, impalate, a scrutarci come animali feriti.

Intorno, un viavai incessante di gambe, braccia, valigie e trolley trascinati con forza. Ci stringiamo la mano. L’unico gesto possibile dopo dodici anni.

«Come stai?» le chiedo.

Scuote la testa ripetutamente per dire «così».

È sopravvissuta, Diana. Scampata a una terribile guerra. E dentro ne porta gli orrori.

Ci sediamo su una panchina gelida.

«Spero di non aver stravolto troppo i tuoi programmi», dice, «ma era importante.»

«No, figurati», rispondo. «Ero di passaggio. Stavo giusto tornando a casa. A Napoli.»

«Non sapevo che vivessi in America. Da quanto tempo ti sei trasferita?»

«Da quasi sei mesi. Mi sono specializzata in ematologia e adesso lavoro come ricercatrice in un centro avanzato a Houston. Ci starò per i prossimi due anni, poi si vedrà.»

«Sandro lo diceva che avresti fatto strada.»

Sollevo le spalle in modo automatico. Uno dei miei soliti gesti. Meccanici. Ripetitivi.

Sento che il ghiaccio si sta sciogliendo. Che il tempo e le distanze si stanno abbreviando.

Il cielo, di colpo, si è schiarito. La nebbia dissolta. Un raggio fitto di sole entra attraverso i vetri laterali. Mi soffio nelle mani. Altro gesto meccanico.

«Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto subire per colpa mia», dico.

«Non è colpa tua. Abbiamo lottato insieme, per Sandro.»

Le sfioro la mano. È fredda, scarnita. La mano di Pinocchio quando torna burattino.

«A volte penso che se non avessi avuto tutte quelle rogne, avvocati, cause, tribunali, non ce l’avrei fatta a sopportare il dolore. Era come se dovessi continuare a lottare, stavolta per rivendicare i diritti di Sandro.»

Tossisce. Due colpi di tosse secca. Nervosa.

«I tuoi sono stati generosi a ritirare la denuncia», dice.

Non sono d’accordo. «Era la cosa più giusta da fare.»

«Parli da figlia. Io non lo so se l’avrei fatto. Da quando ho scoperto la malattia di Sandro, ho vissuto con la paura che qualcuno o qualcosa potesse portarmelo via. Per questo lo preservavo dagli sguardi del mondo. Anche con voi ho sbagliato. A non dire la verità dal primo giorno.»

«Ma l’amore è anche questo.»

«Egoismo?»

«Paura di perdere.»

Si guarda la punta delle scarpe. Cerca l’assoluzione attraverso le mie parole, ma non riesce a trovarla.

Dopo un po’, la voce del megafono annuncia che i passeggeri diretti a Napoli devono affrettarsi al check-in.

Si alza di scatto.

«Devi andare.»

Non voglio andare via. Vorrei dirle la verità. Che non sono diretta a Napoli. Che sono venuta apposta da Houston per incontrarla e parlare con lei per tutto il giorno. Che aspetto da anni questo momento e che se non mi avesse chiamato lei, non ci saremmo mai più riviste. Non avrei mai avuto il coraggio di farlo io. Il solito gioco di bugie, di cose non dette o dette a metà. Non è cambiato niente tra noi.

«Sì», rispondo.

«Ti ho cercata per darti questo», dice.

Tira fuori dalla borsa un sacchetto di seta bianca, custodito come la reliquia di un santo.

Allunga il braccio. «È tuo.»

Lo prendo con la stessa cura con cui lo custodisce e lo maneggia lei.



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