Berlino Segreta by Franz Hessel

Berlino Segreta by Franz Hessel

autore:Franz Hessel
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788861925014
editore: Elliot
pubblicato: 2015-03-24T23:00:00+00:00


VI

Paralizzato dallo stupore, Wendelin rimase ancora per un po’ fermo nel punto dove Clemens lo aveva lasciato.

Era una colpa essere amati?

Mise una mano in tasca ed estrasse la lettera di sua madre. Fissava i caratteri senza leggere. Gli eleganti svolazzi delle parole gli facevano bene. Vedeva il vecchio cocchiere che lo avrebbe accolto alla stazione mentre, seduto curvo a cassetta, lo sguardo alla groppa dei suoi cavalli, scacciava con la frusta le mosche. Vedeva la stanza dalle pareti bianche nell’ala della casa padronale in cui aveva abitato da sempre, la finestra ricoperta di rampicante con la vista su eterni mattini ed eterne sere. La giornata avrebbe avuto uno svolgimento prestabilito che sarebbe iniziato molto presto con la cavalcata fino alla grangia. Lo zio gli aveva scritto tante cose interessanti: voleva fare lavori di potatura e provare a piantare dei piccoli faggi tra i vecchi filari di pini. Da cacciatore appassionato qual era progettava poi di mettere delle gabbie per attirare i fagiani nella tenuta. Wendelin stesso aveva in mente degli ammodernamenti da proporre. Non si sarebbero potuti trasformare alcuni prati paludosi in pascoli per cavalli?

Cavalcate nei boschi e poi al galoppo tra le stoppie! Ah, ma attraversare al trotto il Tiergarten in compagnia di Margot era una tentazione ben più forte e a portata di mano. Margot sul suo Pan e intorno il paesaggio della città…

Prima di partire per l’Italia dovrei farmi consigliare da lei se acquistare laggiù qualche pezzo antico da proporre ai suoi ricchi collezionisti. Ora però devo risolvermi a telefonare a Eißner? Dove? Lì avanti?

Si diresse verso il più vicino ufficio postale. Eißner non era in ufficio né Margot al maneggio.

Intanto era arrivato il momento di andare a mangiare. Troppo tardi per incontrare gli amici al loro tavolo di mezzogiorno. La birreria laggiù era la cosa più semplice, ma proprio in quel momento vide entrarvi un suo collega di corso che gli propinava sempre i programmi dei nazionalisti, lo invitava alle riunioni e non si stancava di richiamarlo ai doveri del suo lignaggio. Oggi non l’avrebbe sopportato.

Si accomodò allora nel grande caffè, si fece portare delle uova al tegamino con pane e un bicchiere di porto. Non avrebbe voluto spendere troppo, ma naturalmente il conto fu più salato che al ristorante. Sul tavolo accanto, vuoto, c’era della carta per scrivere. Prese un foglio e iniziò una lettera per sua cugina Jutta che si arenò dopo le prime tre righe. Perché, se Karola lo amava, voleva allontanarlo da tutti gli altri?

Passò davanti a belle vetrine. Il misto di odore di benzina, colonia da uomo e profumo gli faceva bene. Il sole primaverile sui rari alberi, il selciato e la sabbia gli davano un sottile piacere.

La piazza con le ambasciate e i palazzi continuava a sembrargli gigantesca da quando una volta l’aveva attraversata, bambinetto di quattro anni, a fianco di suo padre. In una delle sue rare visite a Berlino quel gentile signore con la barba fluente, così simile e così diverso dal ritratto che stava sulla scrivania di



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