Battaglie medievali by Aldo A. Settia;

Battaglie medievali by Aldo A. Settia;

autore:Aldo A., Settia; [Settia, Aldo A. ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815359858
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


8. Tra foreste e paludi

Mentre l’esercito di re Liutprando era in marcia verso Spoleto – racconta Paolo Diacono – i nemici bizantini e gli spoletini ribelli attaccarono la retroguardia comandata da Rachis, duca del Friuli, e da suo fratello Astolfo i quali «con alcuni dei più forti guerrieri sostennero tutto il peso della battaglia». Uno degli aggressori più gagliardi di nome Berto si precipitò su Rachis con le armi in pugno «chiamandolo a gran voce per nome», segno che i due avversari si conoscevano personalmente. Il duca «veloce, lo colpì e lo gettò giù da cavallo» senza ucciderlo e permettendogli anzi di fuggire nel folto del bosco «strisciando sulle mani e sui piedi». Nel contempo due altri fortissimi spoletini aggredirono Astolfo alle spalle mentre era su un ponte: egli ne gettò uno di sotto colpendolo con il calcio della lancia poi, volgendosi di scatto verso il secondo, lo uccise e lo precipitò a sua volta nel vuoto.

I due protagonisti dell’impresa (entrambi futuri re dei longobardi) erano – ricordiamolo – contemporanei e corregionali di Paolo Diacono il quale ebbe con essi familiarità; tale circostanza, insieme alla precisione dei particolari forniti, rende pertanto plausibile che egli abbia appreso l’episodio direttamente dalla loro voce. Qui importa però soprattutto osservare che gli aggressori, secondo le buone regole, attaccarono l’esercito in marcia dalla coda e in corrispondenza di un ponte, luogo, come si è visto, spesso teatro di scontri; l’agguato avvenne inoltre nel folto di una delle tante zone boscose che dominavano il paesaggio dell’alto medioevo e ben si prestavano a tale genere di azioni.

Ancora più strettamente collegato all’onnipresenza della foresta è un altro curioso episodio che, secondo il Chronicon Salernitanum, si sarebbe svolto nell’871 durante la spedizione condotta dall’imperatore Ludovico II contro gli arabi dell’Italia meridionale. Mentre costoro assediavano Salerno vennero inviati in aiuto della città i conti Ardengo e Romedio i quali ebbero l’idea di far procedere i propri uomini a ranghi serrati tenendo ciascuno davanti a sé il ramo di un albero. I nemici, vedendoli arrivare da lontano, assistettero interdetti alla loro avanzata senza capire che cosa stesse avvenendo; anzi alcuni di loro dicevano: «È il monte che quasi viene contro di noi!». A un certo momento i cristiani gettarono i rami, impugnarono le armi e non ebbero difficoltà a sopraffare gli ingenui nemici i quali corsero a nascondersi per «devia silvasque», forse non prima di essersi assicurati della loro immobilità. Per quanto probabilmente frutto di fantasia l’episodio bene si inquadra nel paesaggio boscoso che doveva caratterizzare la zona.

Connotato concreto del paesaggio altomedievale di tutta l’Europa, foreste e paludi, com’è noto, subirono col tempo una progressiva riduzione a vantaggio delle colture agricole; per quanto non si trattasse di un mutamento né rapido né completo specialmente nelle zone montane dove era facile trovare selve adatte ad agguati, delle quali naturalmente approfittarono i comaschi nel loro lungo conflitto con i milanesi: «Il Montesordo e lo scosceso | valican dosso, dove una boscosa | piantagione si stende di frondose | piante, per la densa vegetazione oscura.



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