Arte, educazione, creatività by John Dewey

Arte, educazione, creatività by John Dewey

autore:John Dewey [Dewey,John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-05-30T00:00:00+00:00


Individualità ed esperienza1

I metodi di pittura impiegati nei corsi del prof. Cizek2 a Vienna sollevano un problema, che deve essere trattato in ogni ramo dell’istruzione. Il problema si sviluppa in due direzioni, una suggerita dalla sua affermazione che è impossibile mettere al bando influenze esterne, l’altra dalla sua osservazione che nel complesso le costruzioni più originali sono quelle degli alunni più giovani, e che gli studenti più grandi sembrano perdere gradatamente interesse tanto che non è stato espresso alcun artista di valore. La questione così definita consiste nella relazione dell’individualità e del suo sviluppo adeguato con l’opera e le responsabilità dell’insegnante, che rappresenta l’esperienza accumulata del passato.

Purtroppo la storia delle scuole, non solo nell’arte ma in tutti gli aspetti, mostra un’oscillazione del pendolo tra due estremi, sebbene si debba ammettere che la similitudine del pendolo non è felice, perché le scuole – la maggior parte e quasi sempre – restano vicine ad un estremo invece di oscillare periodicamente e regolarmente tra i due estremi. Ad ogni modo, i due estremi sono imposizione ed autorità esterne, e “libera espressione”. Il senso di ribellione che si prova nel vedere i risultati di un meccanico controllo imposto dall’esterno, risultati gravosi, impegnativi ed inadeguati, suscita entusiasmo per la spontaneità e per “lo sviluppo dall’interno”, come spesso si dice. Si trova che i ragazzi in un primo momento sono molto più felici nel loro lavoro – chiunque abbia visto una lezione di Cizek testimonierà l’aria salutare di allegria, perfino di gioia, che pervade la stanza – ma gradatamente tendono a diventare svogliati e infine annoiati, mentre manca uno sviluppo cumulativo e progressivo di potere e di conquiste effettive nei risultati. Allora il pendolo torna indietro fino al punto di essere regolato dalle idee, dai precetti e dagli ordini di qualcun altro, che, essendo più maturo, meglio informato e più ricco di esperienza, si pensa sappia che cosa si dovrebbe fare e come farlo.

La metafora del pendolo fa difetto sotto un altro punto di vista. Essa sembra suggerire che la soluzione consiste nel trovare un punto di mezzo tra i due estremi, che sarebbero in quiete. Ma ciò che di fatto si cerca è un cambiamento nella direzione del movimento. In generale, nessuno negherebbe che lo sviluppo mentale di un individuo è favorito in ogni ramo dell’azione umana dal contatto con l’esperienza accumulata e selezionata degli altri in quella direzione. Nessuno proporrebbe seriamente che tutti i futuri carpentieri debbano essere educati cominciando di fatto da zero, rimuovendo tutto ciò che il passato ha scoperto sulla meccanica, gli utensili ed il loro uso, e così via. E non si penserebbe verosimile che questa conoscenza “reprima il loro stile”, limiti la loro individualità, ecc. Ma, d’altro lato, i carpentieri non sono stati neppure addestrati con i metodi spesso adottati nei laboratori di educazione manuale, dove sono predisposti compiti piacevoli, di natura minuta e tecnica, del tutto indipendenti dalle reali produzioni, con l’unico scopo di fornire abilità specializzata. Di regola, i carpentieri sono educati alla professione lavorando con altri



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