A Siri con amore. Una madre, un figlio autistico e la gentilezza delle macchine by Judith Newman

A Siri con amore. Una madre, un figlio autistico e la gentilezza delle macchine by Judith Newman

autore:Judith Newman [Newman, Judith]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General, Health & Fitness, Physical Impairments
ISBN: 9788845297748
Google: OWuswwEACAAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2019-04-15T16:00:01+00:00


8.

DOTTORE

L’endocrinologa mi mostra il grafico. Sulle prime non dico nulla. Magari me lo spiega a parole sue, penso. Non sono in grado di leggere i grafici ma non voglio ammetterlo. Ho ottenuto 490 nel mio test di ammissione; non che quel numero si sia scolpito nel mio cervello, o cose del genere… Comunque, il massimo che riesco a vedere è che ci sono delle linee ascendenti e un puntino molto al di sotto di queste linee. Quel puntino è il quattordicenne Gus.

“L’altezza di Gus è sempre stata inferiore rispetto alla media della sua età, rientrando in una casistica del cinque per cento,” esordisce la dottoressa Gabrielle Grinstein, “e ora è scivolato in una casistica del tre per cento. Non si tratta di un salto notevole, ma un esame del sangue potrebbe dirci qualcosa di più in merito…”

Gus è rimasto tutto il tempo tranquillo a giocare con i cattivi della Disney sul mio cellulare, ma all’improvviso si è ridestato. “Devo fare il prelievo del sangue?” mi chiede nervoso. Non gli dico che, se le cose stanno come immagino, quel prelievo è l’ultimo dei problemi. Ma una cosa alla volta, giusto?

Gus è basso. Non un lillipuziano ma quasi. Il suo peso rientra in una casistica del venticinque per cento, mentre l’altezza in quella del tre. A quattordici anni arriva sì e no a un metro e mezzo.

Faccio del mio meglio per evitare i medici. Cioè, non sempre. Hai una lancia che ti trafigge la testa? Ok, allora andiamo. Altrimenti anche no. Il miglior consiglio che mi abbia mai dato mia madre, un medico, è stato: non andare dai dottori. Troveranno comunque un problema, che tu ce l’abbia o meno. E se non ci riescono, ti giudicheranno. Soprattutto se vai in ansia per qualcosa di così irrilevante come l’altezza. Qualche anno fa, per questo genere di ansia, degli amici erano andati con il loro minifiglio da un endocrinologo a fare degli accertamenti. Il dottore li aveva scansionati da sotto a sopra. Il marito era poco più di un metro e sessanta e la moglie non arrivava al metro e cinquanta. Alla fine il dottore aveva chiesto: “E quindi che vi aspettavate? Che entrasse nell’NBA?”

Ma in questo caso era diverso. Io e John non siamo dei colossi, ma nemmeno piccini. Io sono alta un metro e settantadue e John – divenuto più basso con l’età – un metro e settanta, anche se sui documenti di quando ha fatto il militare c’era scritto un metro e settantasette. “Gli uomini mentono sempre,” dice la dottoressa Grinstein scherzosamente quando le comunico i suoi dati. “Mettiamo un metro e settantaquattro.”

Non esiste una formula certa per predire l’altezza di un bambino, ma le stime funzionano così: addizionate l’altezza della madre a quella del padre, aggiungete tredici centimetri per i maschi e sottraetene tredici per le femmine, poi dividete per due. Nel nostro caso risulterebbe un metro e settantasette. Un bambino di solito rientra in un range di dieci centimetri a partire da questa stima, il che significa che Gus a un certo punto dovrebbe essere tra il metro e sessantasette e il metro e ottantasette.



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