30 Giorni by Ines Galiano

30 Giorni by Ines Galiano

autore:Ines Galiano
La lingua: ita
Format: epub
editore: Babelcube Inc.
pubblicato: 2015-01-08T00:00:00+00:00


GIORNO15

Si era rimesso subito, non gli rimanevano che poche contusioni, così lo dimisero. Era stato un miracolo, gli avevano detto quando era arrivato in ospedale, dopo un incidente come quello e con appena qualche graffio. Lui però non credeva nei miracoli, era stata semmai una punizione.

Mentre firmava, si rese conto che non c’era nessuno ad aspettarlo per portarlo a casa. Ora era un’abitazione pignorata e senza mobili, ma era stata casa sua per quasi dieci anni.

Quelle pareti avevano visto crescere Marina, abituarsi male, imparare a essere stizzosa per tutto, trasformarsi in una capricciosa. E la colpa era stata sua. Lui sapeva che tutto era cominciato nel momento in cui le aveva regalato il libro.

Poi una bambola, dopo un vestito, un braccialetto, un computer, un televisore al plasma... ma niente era sufficiente. Aveva provato a comprare il suo affetto con i doni e questi regali erano finiti insieme all’affetto e a tutto il resto.

L’ultimo dono che le fece fu un’auto. Una decappottabile, con interni in pelle, carrozzeria metallizzata e mille altri optional che non rendevano migliore l’auto ma solo più vistosa e appariscente. Perché lo scopo di quel tipo di macchine è farsi notare.

Erano stati tutti così i regali che lei aveva ricevuto, doni che ostentavano il denaro e la posizione del suo patrigno, il gran dirigente.

Tanto Marina quanto sua madre avevano accettato di buon grado questa condizione di famiglia del magnate, poiché subito i sogni della cartoleria era stati accantonati.

Una piccola anche se incantevole cartoleria che era sembrata ridicola in confronto ai guadagni di un manager. Era durata per pochi anni dopo il loro matrimonio, terminando con l’essere abbandonata e ceduta.

Quello gli diede l’idea, così finì di firmare e uscì dall’ospedale con lo stesso vestito in giacca con cui vi era entrato due giorni prima. Aveva ancora macchie di grasso, di polvere e di fumo, così come di sangue, di qualche piccolo taglio che si era fatto nell’incidente.

Fermò un taxi e vi salì, indicando la via a lui così nota. Il taxista fece segno di sì e proseguì ascoltando la musica che aveva posto, mentre ne seguiva il ritmo con la testa.

Il tragitto che durò pressappoco un quarto d’ora a causa del traffico, lo trascorse immerso nel suo mondo.

Giunto a destinazione, pagò il taxista con il poco denaro che aveva nel portafogli e scese.

Di fronte a lui si trovava un piccolo negozio con una tenda azzurra e un piccola vetrina con mille biro, taccuini e altro materiale da ufficio. Era quasi identico.

Andò ad aprire la porta quasi sperando di trovare quella piccola bimba dagli occhi verdi e dai capelli ricci che gli sorrideva attraverso l’uscio, ma non fu così. Aprì la porta e nessuno si avvicinò per salutarlo.

Il negozio era quasi vuoto e vi regnava il silenzio, al contrario dei tempi in cui Marina e sua madre erano state lì, a riempirlo di vita e di musica. Questa volta, c’era un uomo dietro al bancone assorto in un libro e non alzò neanche la testa quando lui gli chiese dove stessero i quaderni in stile portoghese.



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