Wilco (il libro) by Tim Grierson;

Wilco (il libro) by Tim Grierson;

autore:Tim Grierson; [Grierson;, Tim]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788862314732
editore: eDigita srl.
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CAPITOLO SETTE

A GHOST IS BORN

Coloro che provavano irritazione quando sentivano proclamare la grandezza di YANKEE HOTEL FOXTROT a volte contestavano l’apparente ordinarietà di Jeff Tweedy. Di solito il ragionamento era in questi termini: nonostante tutte le variazioni sonore del disco, YANKEE HOTEL FOXTROT era semplicemente un disco pieno di brani pop carini. Non ne escono forse decine ogni anno? Cosa rendeva YANKEE HOTEL FOXTROT così speciale? E ancora più importante, cosa rendeva Tweedy tanto speciale?

Certo, molte di queste critiche erano più una reazione a tutta l’attesa e alle chiacchiere che non alla musica vera e propria, ma implicavano l’unicità di un momento in cui Tweedy beneficiava della storia che gli veniva costruita attorno. Prima di allora, le semplificazioni della critica erano andate a suo svantaggio: quando era negli Uncle Tupelo, il genio creativo era Jay Farrar. Agli esordi dei Wilco, la maggior parte dei critici aveva concluso che A.M.era nettamente inferiore a TRACE dei Son Volt. Quando i Wilco sperimentarono il successo di critica con MERMAID AVENUE, si muovevano all’ombra di Billy Bragg (il portavoce del progetto) e naturalmente dello stesso Woody Guthrie. Il flirt del gruppo con il pop su SUMMERTEETH era attribuibile tanto a Jay Bennett che a Jeff Tweedy.

Quanto di tutto ciò fosse vero non importava: era così che lo rappresentava la stampa. E Tweedy se ne accorse.

«Ogni volta che faccio un disco che va in una direzione differente», disse a Chuck Klosterman di «Spin», «la gente sembra dare per scontato che tutto quel che c’era di buono nel disco precedente fosse stato opera di “quell’altro tizio”. Non è qualcosa di diretto ai Wilco, come gruppo: sembra proprio indirizzato a me. Negli Uncle Tupelo ero ritenuto la mezzacalzetta pop. Poi una volta nei Wilco, tutti quanti sembrarono pensare che fosse stato un altro a infondere nel gruppo la sensibilità pop».

Ciò si poteva anche estendere all’assunto che Jim O’Rourke avesse inserito in YANKEE HOTEL FOXTROT tutti gli effetti audio e il rumore. Non poteva mica essere stato Tweedy, vero?

Ma quando uscì YANKEE HOTEL FOXTROT, il suo successo fu per la maggior parte attribuito a Jeff Tweedy. Dopo tutto era stato lui, come si era visto in I Am Trying To Break Your Heart, a lottare con la casa discografica e Jay Bennett. Era quello che combatteva contro tutti gli avversari, comprese le sue emicranie, per fare il suo capolavoro. Parte dell’affetto del pubblico per il disco era dovuto a ciò che rappresentava: il piccolo uomo contro la corporazione malvagia e i prepotenti.

Questa storia, comunque, amplificata e distorta dai media, non quadrava con l’immagine di un songwriter che come persona non appariva una figura granché oscura, complessa o drammatica. Ciò fu ribadito dall’uscita di Learning How To Die, la biografia dei Wilco scritta da Greg Kot, nell’estate del 2004. Certo, la vita di un songwriter può essere difficile per quelli che lo circondano, come la moglie e i compagni, ma l’artista in oggetto non corrispondeva al tipico luogo comune da Behind The Music, con un ego incontrollabile o con ossessioni creative distorte.



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