Sangue ribelle by Bricca Elisabetta

Sangue ribelle by Bricca Elisabetta

autore:Bricca Elisabetta [Elisabetta, Bricca]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788861836822
editore: Harlequin Mondadori
pubblicato: 2011-02-12T23:00:00+00:00


«Da questa parte.» La monaca le fece strada, guidandola a passo spedito attraverso l’antico chiostro dell’abbazia, ornato di colonne tortili, smalti policromi e bassorilievi che raffiguravano scene di vite di santi, e infine si fermò dinanzi alla porta aperta di una cella facendole cenno di entrare.

Alla fiamma tremolante di una candela, Satine scorse una donna sdraiata su di un umile pagliericcio, seminascosta da una pesante coperta. Il volto, incorniciato dal soggolo, era di un pallore spettrale e le palpebre chiuse fremevano in continuazione, come se una carezza invisibile le sfiorasse. La fanciulla si avvicinò al letto con cautela, facendo attenzione a non fare rumore, ma suo malgrado sobbalzò inorridita quando scorse il viso della madre ricoperto di chiazze scure. Vaiolo! Si voltò allarmata verso la monaca, come a chiederle conferma di ciò che sospettava.

La religiosa annuì, ma aggiunse: «Non preoccupatevi, la malattia non è più contagiosa».

Satine cercò di farsi coraggio e si inginocchiò al capezzale della malata. «Madre.»

Le prese una mano tra le proprie, e la donna socchiuse gli occhi, lasciando vagare lo sguardo vuoto sul volto della fanciulla come se non la riconoscesse. «Satine...» sospirò infine.

Lei strinse la piccola mano scarna e se la portò alle labbra. «Madre, come vi sentite?» Le tremava la voce, mentre scrutava la donna che un tempo si aggirava altera e sprezzante nelle stanze del castello di Baume. Non c’era più alcuna traccia di alterigia sul suo volto scarno e devastato dalla malattia, né durezza negli occhi colmi di vuota disperazione.

«Sto morendo, Satine.» Sussultò scossa da un violento attacco di tosse. «Perché sei venuta, figlia mia?»

«Volevo rivedervi, madre» rispose Satine accarezzandole una guancia e costringendosi ad allontanare dalla mente il pensiero di de Vidale.

Fu tuttavia la baronessa a parlarne, come se le avesse letto nella mente. «Il conte è stato qui, bambina mia.» Un altro fortissimo accesso di tosse le tolse il fiato, lasciandola spossata.

La suora che aveva accompagnato Satine nella cella corse subito al suo capezzale e le accostò alle labbra un bicchiere di terracotta dal quale la malata bevve a piccoli sorsi, finché il suo volto cianotico non tornò bianco; i suoi occhi tuttavia rimasero chiusi, il respiro ansante.

«È meglio che la lasciate sola, adesso. Non deve affaticarsi, ed è troppo debole anche solo per parlare » mormorò la monaca.

Satine annuì, e dopo aver posato un bacio sulla fronte della malata uscì dalla stanzetta lanciando un ultimo sguardo alla donna fragile e consunta che giaceva in quel povero letto, lei che aveva sempre amato dormire tra sete e broccati.

«E mia sorella, Opale?» domandò con una certa apprensione alla suora mentre attraversavano di nuovo il chiostro.

«Il Signore l’ha chiamata a sé un mese fa, durante l’epidemia di vaiolo che ha decimato le nostre sorelle. »

Satine chinò il capo, troppo sconvolta per parlare. Non era mai stata particolarmente legata a Opale, a causa del suo carattere schivo e riservato, ma la notizia della sua prematura scomparsa la sprofondò in una tristezza infinita. Era rimasta sola al mondo.

«Vi prego, mademoiselle» continuò la monaca in tono supplichevole, «non tornate più.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.