Romanzo di uno scandalo by Clotilde Bertoni

Romanzo di uno scandalo by Clotilde Bertoni

autore:Clotilde, Bertoni [Bertoni, Clotilde]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815338884
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


2. «L’autoelettosi dittatore Crispi»: la chiusura delle Camere

Con questo atto di forza, Crispi incassa pure un altro risultato: priva Giolitti della garanzia dell’immunità parlamentare, che in caso di chiusura delle Camere può non essere considerata valida; così da lasciarlo esposto al giudizio della magistratura. E sempre il 15 dicembre lo querela per falso, calunnia e diffamazione; Lina ha già fatto lo stesso, due giorni prima; e altrettanto fanno nei giorni successivi altri personaggi meno noti, che nei documenti del plico risultano pure loro sovvenzionati dalla Romana (tra questi c’è il giornalista scrittore Filandro Colacito, su cui avremo poi occasione di soffermarci). Per giunta, l’ex presidente del Consiglio viene querelato anche da Enrico Martuscelli e Bartolomeo Mazzino, che gli imputano di aver indebitamente divulgato le informazioni riservate che gli avevano trasmesso; e che peraltro si trovano nella doppia posizione di accusatori e di accusati, perché denunciati pure loro dai Crispi per falso e diffamazione. In definitiva, dunque, Giolitti cade vittima del suo gioco; e si trova tanto più in difficoltà perché contemporaneamente il processo ai funzionari di polizia per la sottrazione dei documenti viene esteso anche a lui. Si risolve perciò a un allontanamento temporaneo, tale da non dare troppo nell’occhio: va a far visita a sua figlia Enrichetta, che vive a Berlino nel sobborgo di Charlottenburg, e resta da lei fino alla metà del febbraio successivo.

L’istruttoria del processo che assembla tutte le querele di cui sopra, e che verrà designato come il «processo del plico» è affidata al giudice Nicola De Feo, e inizia il 15 dicembre 1894, per terminare il 1o marzo 1895: apre qualche squarcio confuso sui retroscena degli eventi, ma non apporta rivelazioni sostanziali. Tanlongo, convocato come testimone, appare ormai in preda a una mitomania sfrenata. Non solo, presumibilmente ansioso di ricucire buoni rapporti con il Crispi tornato capo del governo, nega le affermazioni che ha fatto su di lui nelle lettere del 1893 a Giolitti; ma addirittura dichiara che a dettargliele era stato Giolitti stesso, facendolo a bella posta accompagnare nottetempo al ministero dell’Interno da Alessandro Doria, il direttore di Regina Coeli, con precauzioni delle più romanzesche[28]. La millanteria è però così implausibile che nessuno riesce a prenderla sul serio[29]; messo a confronto con Doria, lo stesso ex banchiere la ritratta, asserendo che probabilmente si è trattato di una delle «allucinazioni» di cui soffre da tempo; d’altra parte, cercando evidentemente di cavarsi di impaccio su tutti i fronti, afferma di essere stato in preda alle allucinazioni anche quando aveva scritto a Giolitti le lettere in questione[30].

Più significativa è la testimonianza di una cucitrice, Ernesta Foresti, che ha lavorato a lungo per i Crispi. La donna racconta di essere da tempo in amicizia con Alberto Lanti, figlio del defunto maggiordomo Achille; e spiega che questi aveva, con il suo aiuto, consegnato a un personaggio molto vicino a Crispi, l’allora capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio Giuseppe Pinelli, una parte delle lettere a suo tempo ricevute dal padre; ma non avendo avuto da Pinelli l’impiego che gli



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