Prima persona by Giuseppe Pontiggia

Prima persona by Giuseppe Pontiggia

autore:Giuseppe Pontiggia [Pontiggia, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-16T12:00:00+00:00


Approfondimenti – La madrina di un premio letterario aveva una volta confessato a un finalista:

«Devo dire che, a leggerlo, il suo libro acquista.»

Autore, lettori e non-lettori – Mai chiedere a un interlocutore che cosa ha letto di tuo. “Niente” sarebbe spesso la risposta più precisa, ma crea imbarazzo sia a chi la dà sia a chi la riceve. Perciò la si sostituisce con perifrasi avventurose, del tipo “Quasi tutto”, temeraria, o “L’ultimo libro”, più sobria e convincente.

In qualche caso l’interlocutore l’ha letto veramente, ma, se gli è piaciuto, ha un vago senso di colpa verso quelli che non ha letto. Qualcuno lo confesserà, qualche altro – se appartiene alla categoria dei sinceri pentiti, che oscillano tra il tuffo nella verità e il risucchio della vergogna – dirà che gli altri gli sono piaciuti meno. La distinzione rafforza il consenso riservato all’ultimo.

Questa meticolosità immaginaria si acuisce negli addetti ai lavori. Quanto più numerose le opere di un autore, tanto meno le si è lette. E tanto più acquista importanza, in senso positivo o negativo, il poco che si è letto. È una legge? No, una abitudine (un grazie di cuore alle eccezioni corroboranti). Pericolosa in ambito editoriale. Favorisce le profezie. “Non scriverà più un libro come quello.” Potrà scriverne di migliori e magari ne ha già scritti, ma il profeta non cambierà idea.

La bibliografia di un autore varia secondo la generazione dei lettori. Per alcuni di loro comincia al dodicesimo libro, quando l’autore ha sessantadue anni. Per altri, i più anziani, comincia con il libro d’esordio (che è giusto), ma finisce con questo (che è un po’ meno giusto), anche se dopo ne ha scritti quindici. Moravia per molti è autore di un solo libro, Gli indifferenti. Ne ha scritti altri, forse meno belli, alcuni però importanti. È il modo più agile di stroncarli senza leggerli.

I risvolti sono la fossa che un autore si scava per esservi seppellito da chi non leggerà altro: a volte rimane stupito della somiglianza dei giudizi, perché dimentica di esserne lui la fonte. Presto si accorgerà di non stare a proprio agio nella bara, ma sarà comprensibilmente troppo tardi.

Comunque, qualunque risvolto avesse scritto, sarebbe stato parziale se non fuorviante. Per fortuna c’è chi legge l’opera per intero e ne discute magari la presentazione, anche se non vorrei incoraggiare la polemica dei critici più aggressivi.

Firmare un articolo può comportare conseguenze di lunga durata. Spesso l’articolo si trasforma magicamente nella produzione di una vita e ne diventa così una promozione o una condanna. Di quanti autori si è letto solo quello che è capitato (qualche riga)?

In altri casi il giudizio sulla scrittura la ignora, passando per vie più rapide e più agevoli: dalla fotografia a colori al colore politico, dall’età anagrafica (per questo molti autori la sopprimono) alla regione d’origine, da un collegamento per radio a una apparizione in televisione.

Non si può leggere tutto. Sarebbe, più che un piacere, una tragedia. Quando Mallarmé, in una poesia piena di forza stremata, dichiara di avere letto tutti i libri, allude forse a una abdicazione motivata.



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