O Caledonia by Elspeth Barker

O Caledonia by Elspeth Barker

autore:Elspeth Barker [Barker, Elspeth]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2024-02-09T00:00:00+00:00


8.

In aprile, quando Janet fece ritorno ad Auchnasaugh, fu sorpresa e sopraffatta dalla gioia nello scoprire che Lila era lì. In effetti Lila era quasi sempre stata lì. Lo sconcerto del viaggio a Edimburgo e l’inusitato riscaldamento centrale della casetta si erano dimostrati troppo per Mouflon e per tre giorni di grandissimo dolore Lila l’aveva guardato morire. Aveva ignorato Maisie e i suoi incerti strilli agitati, le sue richieste supplichevoli di aiuto di sopra, di tè e biscotti, di una chiacchierata amichevole. Era rimasta nella sua stanza con una bottiglia di whisky, a dar da mangiare al vecchio gatto ogni ora con un contagocce; era entrata in cucina solo per scaldargli il latte. Era uscita di casa solo per andare a prendere dell’altro whisky, che aveva fatto mettere sul conto della spesa di Maisie. Il terzo giorno, quando Mouflon era rigido e freddo e morto, lo mise nel frigo in attesa del loro ritorno ad Auchnasaugh, perché era là che doveva essere sepolto. Poi staccò le forbici da cucina dal gancio sopra il lavandino (“Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto,” aveva detto con voce tremula Maisie facendole fare il giro della casa.) Prese a tagliarsi i capelli, segando e strappando i ricci ispidi resistenti. Lunghe ciocche e onde nere scivolarono nel lavandino, bloccando lo scarico. Le forbici non erano affilate. Le gettò dall’altra parte della stanza e afferrò un coltello da scalco. Maisie sentì il fracasso e strisciò giù dalle scale tutta speranzosa. Quando vide Lila il suo faccino strano s’illuminò. “Benissimo,” disse. “Vedo che ti sei ambientata. Prendiamoci un bel caffè.” Lila la fissò con occhi vuoti e continuò a tagliarsi i capelli. Mentre prendeva con mani tremule una bottiglia di sciroppo di caffè dalla credenza, Maisie vide il bagliore improvviso del coltello nella luce tubolare del neon; guardò di nuovo Lila, trasalì e si sedette. La bottiglia cadde a terra e si spaccò. Maisie si mise a piangere. La donna delle pulizie, Dora, si precipitò in cucina. “Santo cielo, che pasticcio. Non importa, Miss Carstairs, sono solo vetri rotti, non preoccupatevi, puliamo in un minuto.” Vide Lila. Il suo tono cambiò. “E voi cosa state facendo? Mettete subito giù quel coltello, grazie. E magari se siete così gentile da spostarvi riesco a prendere paletta e scopino e magari anche il latte da scaldare per la signora.” Lila si piazzò con la schiena contro lo sportello del frigo. “Vattene,” sussurrò, “vattene.” “Non ci penso nemmeno,” ribatté Dora; tirò la maniglia del frigo con una mano e con l’altra afferrò il coltello. Lila le morse il braccio. Il frigo si spalancò, rivelando la sagoma allungata, lucida e rosea di Mouflon e il suo sguardo cieco. Dora strillò, lo richiuse di botto e corse via. Telefonò al medico e al poliziotto di zona prima di tornare in cucina. Maisie si dondolava sulla sedia; aveva gli occhi chiusi; cantava una canzoncina, battendo il tempo sulla tavola:

Tompkin will you dance?

Tompkin will you sing?

Dance then, dance, you merry little men…

Lila era seduta in cima al frigo, con le gambe che penzolavano contro lo sportello.



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