Meridiano di sangue by Cormac McCarthy

Meridiano di sangue by Cormac McCarthy

autore:Cormac McCarthy
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-01-05T21:11:03+00:00


CAPITOLO QUATTORDICESIMO

A nord la pioggia aveva sfilacciato la parte inferiore delle nubi temporalesche riducendola a neri viticci simili a tracce di nerofumo in un bicchiere, e nella notte sentirono il tambureggiare della pioggia a miglia e miglia di distanza, sulla prateria.

Salirono attraverso un valico roccioso, e il fulmine disegnava le sagome delle montagne remote e vibranti, e illuminava le rocce a sprazzi, e fiocchi di fuoco azzurrino si attaccavano ai cavalli come elementi incandescenti impossibili da cacciar via. Morbide luci di fonderia lambivano il metallo dei finimenti, altre luci correvano azzurre e liquide sulle canne delle pistole. Lepri impazzite saltavano e si arrestavano nel bagliore bluastro, e lassù, fra i dirupi echeggianti, i falchi si avvolgevano nel piumaggio o socchiudevano un occhio giallo al tuono che esplodeva sotto di loro.

Per giorni e giorni cavalcarono sotto la pioggia, e cavalcarono sotto la pioggia e la grandine, e di nuovo sotto la pioggia. Nella luce grigia della tempesta attraversarono una pianura allagata, e le sagome dei cavalli si riflettevano nell’acqua appesi alle zampe fra nuvole e montagne, e i cavalieri avanzavano curvi e giustamente scettici sull’esistenza di città che baluginavano sulla sponda lontana di quel mare sopra il quale camminavano per miracolo. Si arrampicarono su per ondulati terreni erbosi, dove piccoli uccelli fuggivano via cinguettando portati dal vento. Un avvoltoio si sollevò pesantemente da uno scheletro sbattendo le ali che fecero flap flap flap come un giocattolo appeso a uno spago, e alla luce del rosso e lontano tramonto le distese d’acqua nella pianura sottostante sembravano pozze residue di sangue primordiale.

Passarono attraverso un prato montano col suo tappeto di fiori di campo, acri di calderugia dorata e di zinnia e di genziana viola e viticci ritorti di ipomea blu, e una vasta pianura colma di piccoli fiori variegati che si protendeva come percalle stampata verso i lontani bordi dentellati del prato coperti da una foschia azzurra e le catene adamantine che sorgevano dal nulla come dorsi di mostri marini in un’alba devoniana.

Stava di nuovo piovendo, e gli uomini cavalcavano curvi, coperti da impermeabili ricavati da pelle semiconcia e unta, e incappucciati con queste pelli primitive affrontavano la pioggia grigia e pungente e sembravano adepti di una setta oscura mandati a fare proseliti fra gli animali di quella terra. Davanti a loro il paese era avvolto nel buio e nelle nubi. Cavalcarono per tutto il lungo crepuscolo, e il sole tramontò e non sorse luna, e a ovest le montagne fremettero più e più volte balenando nel fragore del tuono e bruciarono estinguendosi nel buio finale, e la pioggia sibilò nella cieca landa notturna. Salirono fra le colline pedemontane, in mezzo a pini e nuda roccia, e salirono fra il ginepro e l’abete e le rare grandi piante di aloe e i fusti della iucca che svettavano con i loro fiori bianchi, silenziosi e ultraterreni in mezzo ai sempreverdi.

Nella notte seguirono un torrente montano in una forra selvaggia strangolata da rocce muscose, e cavalcarono sotto grotte scure in cui l’acqua sgocciolava e schizzava



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.