La strana morte di Sir Lawrence Linwood by Christopher Huang

autore:Christopher Huang [Huang, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-03-11T08:47:27+00:00

Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

Genesi, 3,4–5

Roger

Febbraio 1905

Filtrata dalla portafinestra della biblioteca, la luce del tramonto disegnava lunghe strisce giallo pallido sul parquet. Il crepitare del fuoco nel camino copriva il fruscio delle penne sui fogli. Il cupo rigore dell’inverno avvolgeva Linwood Hall come una coperta troppo corta, sottile, gelida e per niente confortevole. Non aveva molto senso salire a Camelot d’inverno, dato che il vento entrava ululando dalle finestre aperte e li costringeva a tornare di sotto tra i brividi, e comunque una volta finito di studiare non c’era mai abbastanza luce per giocare.

Suo padre doveva averlo intuito in qualche modo, perché non si faceva scrupoli a prolungare le lezioni fino a sera.

Le giornate, però, si stavano allungando. Ogni giorno, durante i pochi minuti di pausa che intercorrevano tra la partenza di un insegnante e l’arrivo del successivo, Roger correva su a Camelot per vedere se valeva la pena o meno restare lì. Finora era rimasto deluso, ma non avrebbe dovuto aspettare ancora molto. Il giorno precedente era sicuro di aver percepito l’inizio della primavera nell’aria, anche se Alan e Caroline gli avevano assicurato che si trattava solo di uno scherzo della sua immaginazione.

Quel giorno, però, era rimasto praticamente incatenato al tavolo. Gli istitutori erano venuti e se n’erano andati tutti, ma le lezioni non erano finite: suo padre continuava a girare intorno a loro come un leone affamato, interrogandoli nei minimi dettagli, su tutto ciò che avevano studiato quel giorno e il resto della settimana. Roger stava scalpitando, ma suo padre non tollerava né l’agitazione né l’irrequietezza, perciò cercò di concentrarsi sulle domande che gli faceva invece di dare calci alle gambe della sedia.

«Balbus aveva preso in prestito un drago in salute».

«Balbus sanum draconum mutuaverat».

L’espressione di suo padre indicava chiaramente che aveva sbagliato. «È un verbo deponente», sbottò. «Riprova».

«Balbus sanum draconum… mutuor…?».

Alan, seduto al tavolo dietro suo padre, colse lo sguardo di Roger. Con la bocca mimò le sillabe del verbo da coniugare e Roger ci si aggrappò, come un disperato sul punto di affogare si aggrappa a un’ancora di salvezza.

«Balbus sanum draconum mutuatus erat».

Suo padre non disse nulla, ma l’espressione incoraggiante di Alan gli fece capire di aver superato brillantemente l’ostacolo. Suo padre spostò un po’ di libri a caso e poi disse: «Balbus stava aiutando la suocera per convincere il drago».

Ma era una costruzione che non avevano ancora studiato! Roger cercò disperatamente aiuto da Alan, e lui iniziò a muovere le labbra per suggerirgliela.

«Balbus…».

Suo padre si voltò e afferrò Alan per il colletto della camicia, con così tanta violenza che Caroline, che stava aspettando paziente il suo turno di essere interrogata, si lasciò scappare un urlo. Libri, fogli e penne caddero in terra, Alan fu trascinato per metà sul tavolo e da un calamaio si rovesciò uno spruzzo d’inchiostro che finì sul pavimento, accanto ai piedi del padre.

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