La sosia by Aoyama Nanae

La sosia by Aoyama Nanae

autore:Aoyama Nanae [Aoyama, Nanae]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-02-27T12:00:00+00:00


7

Autobiografia immaginaria

Sotto la tutela di mia zia, che era una donna gentile e affettuosa, io e mia sorella siamo cresciute in un ambiente familiare accogliente e confortevole.

Con l’avvicinarsi dell’adolescenza, ho sviluppato gradualmente una passione per il disegno e la poesia. In qualche misura questo interesse era legato alla morte prematura dei miei genitori: la maggior parte delle mie creazioni era un lavoro di conservazione. Ossessionata dall’idea di immortalare il riflesso di tutto ciò che vedevo attraverso il prisma della memoria, scrivevo poesie sui numeri durante le lezioni di matematica, e durante le lezioni di storia disegnavo uno accanto all’altro gli occhi dei personaggi famosi ritratti nei libri di testo. Di notte dormivo con un quaderno al posto del cuscino e una penna in mano, per essere sicura di non dimenticare neanche uno dei miei sogni.

«Ultimamente sei strana, Yuri-chan» mi dicevano le mie amiche vedendo che passavo tutta la ricreazione e l’ora delle pulizie a disegnare nei miei album. Ma i loro timori venivano rapidamente dissipati quando rispondevo con un sorriso prima ancora che potessero chiedermi «Cosa c’è che non va, Yuri-chan?». Il mio sorriso studiatamente spensierato affascinava adulti e bambini in uguale misura. Se parlavo abbastanza a lungo con una persona, immediatamente si affezionava a me e faceva di tutto per rendermi felice, desiderava solo vedermi tornare a sorridere.

Cominciai a ricevere regalini di ogni sorta: gomme da cancellare a forma di croissant con cui giocherellavo di nascosto nell’astuccio delle matite, gelatine di frutta comprate dalle vicine per i loro nipotini che venivano a trovarle la domenica, lettere d’amore, e persino banconote da diecimila yen in buste di carta di riso. Eppure, la mia bellezza, riflessa negli occhi di chi mi stava intorno, era simile alle decorazioni di una torta in una teca di vetro. La gente è attratta dai colori della torta, dai motivi intricati della crema e dalla vivacità delle guarnizioni di frutta, ma per poterne assaggiare il sapore e sentire la morbidezza sulla lingua bisogna pagare per il privilegio di tirarla fuori dalla teca. Ma né le banconote da diecimila yen né tantomeno le gomme da cancellare e le gelatine di frutta servivano allo scopo. Ciò che avrei voluto dagli ammiratori che venivano uno dopo l’altro a cercare di conquistare la mia amicizia era una critica seria delle mie poesie e dei miei disegni. La maggior parte di loro, però, non li guardava nemmeno, e si limitava a fare dei complimenti frivoli, imprecisi e sconsiderati, che non soddisfacevano il mio cuore.

All’epoca, quando aprivo il mio quaderno lontano dalla folla, mi sentivo la persona più sola del mondo. Inizialmente questa solitudine mi rendeva impaziente e depressa. Ma come quando si immergono nel latte dei fogli di gelatina ammorbidita, trasformandolo gradualmente in un budino, la solitudine rafforzava dentro di me la consapevolezza della mia identità di artista. Non è il momento di dedicarsi agli studi spensierati, né di badare ai vestiti o a uscire con le amiche, mi dissi. Decisi di dedicare la mia vita a realizzare la mia vocazione.



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