La figlia dello stregone by Terry Brooks

La figlia dello stregone by Terry Brooks

autore:Terry Brooks
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
ISBN: 9788852079689
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-03-27T22:00:00+00:00


18

Quando ebbero riattraversato la taverna e si ritrovarono in strada, Leofur trascinò Imric qualche edificio più in là lungo la stessa via, poi lo spinse in un vicolo e lo bloccò contro il muro. «Che avevi in mente di fare prima?» domandò.

Lui parve confuso. «Cosa intendi? Quando?»

«Quando sembravi convinto che la mia vita personale sia affar tuo! Hai mandato all’aria tutti i miei piani. Mi hai difeso come se io fossi una ragazzina in pericolo! Perché l’hai fatto? Che diavolo ti è passato per la testa?»

Lui raddrizzò la schiena ma non indietreggiò. «Non mi piaceva che parlasse di te in quel modo. Non mi piace lui, punto. Come puoi fidarti di gente del genere?»

Leofur era così furibonda che avrebbe avuto voglia di soffiare come un gatto. Imric poteva anche possedere doni meravigliosi, ma aveva grosse carenze quando doveva rapportarsi agli altri. Non aveva capito che cosa stava cercando di fare lei? Era tanto difficile intuire che permettere a Closteralt di scherzare sui loro trascorsi era un espediente per ottenere da lui ulteriori informazioni? Si era fatto avanti a testa bassa complicando i suoi negoziati con l’oste. Non poteva proprio capacitarsi del fatto che lei sapesse cavarsela in quelle situazioni?

Poi, di colpo, si rese conto che no, non poteva. Non aveva nessuna esperienza in merito. Rinchiuso a Paranor, senza compagnia e del tutto ignaro di come si comportavano uomini e donne, su quell’argomento era miseramente ignorante. Reagiva come un bambino: accorreva in suo aiuto, si faceva paladino della sua virtù, proteggeva la sua reputazione. Si considerava il suo difensore, sotto ogni aspetto.

Improvvisamente si vergognò, perché gli leggeva in faccia che lo aveva ferito. Era come se avesse preso a calci un cucciolo. Fece un passo indietro, concedendosi un po’ di spazio e un po’ di tempo per riprendersi.

Poi si scusò. «Ho reagito in modo esagerato. Non potevi sapere che cosa avevo in mente. Perdonami.»

Lui scosse la testa senza guardarla. «Non c’è niente da perdonare. Avrei dovuto fare come dici. Avrei dovuto starne fuori. Continuo a pensare che tu sia vulnerabile, ma mi devo ricordare quanto sei forte e abile. Vorrei esserne capace, ma non so se ci riuscirò mai.»

«Sì che ci riuscirai» disse lei prendendogli un braccio e stringendolo forte. «Me ne assicurerò io.»

Ripresero a camminare, fianco a fianco, con le teste chine mentre mettevano un piede davanti all’altro e si sforzavano di trovare qualcosa da dire.

«Non pensi che ci tradirà?» chiese infine Imric.

Lei scosse la testa. «La pagherebbe cara se lo facesse. Hai sentito quello che ha detto sulla strega. E mio padre non è molto meglio.»

«Sta a questo ragazzo, allora, dirci ciò che dobbiamo sapere?»

«Pare di sì. Prima però dobbiamo trovarlo. E sarebbe utile se fosse sobrio.»

Furono fortunati. La Banderuola era un locale trasandato che aveva urgente bisogno di riparazioni, una taverna buia e poco invitante molto probabilmente frequentata da chi non si poteva permettere di meglio. Diverse finestre avevano i vetri rotti, altre erano sbarrate da assi. Un paio di porte davano sul bar e sulla sala comune,



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