Intrighi e gelosia by Letizia Loi

Intrighi e gelosia by Letizia Loi

autore:Letizia Loi
La lingua: ita
Format: epub
editore: AC Edizioni Srl
pubblicato: 2013-02-08T13:35:09+00:00


Al mio risveglio Holmes non era più al mio fianco, e quando scesi per la colazione lo trovai già al tavolo, avvolto nella familiare vestaglia color topo.

“Giusto in tempo, vecchio mio. Lord Blackwell ha appena suonato al nostro campanello.” Mi accolse con un sorriso, ripiegando il Times con un gesto secco, e pochi secondi dopo bussarono alla porta.

“Buongiorno Mr. Holmes. Dottor Watson” esordì il nostro ospite, togliendosi il cappello e chinando il capo al nostro indirizzo. “Sono ansioso di sapere per quale motivo mi ha convocato qui, stamattina, Mr. Holmes. Ha ritrovato la lettera?”

“Buongiorno, Lord Blackwell. Si sieda e prenda una tazza di tè” rispose il mio amico, invitandolo ad accomodarsi. “Ho già bruciato la lettera, come mi aveva chiesto.”

“Magnifico!” esclamò il giovane e potei vedere distintamente tutto il sollievo che accese il suo viso. “Ma sono confuso” aggiunse poi “Se si tratta del suo onorario-” disse, infilando una mano dentro la giacca.

“In realtà, ho qualcosa da mostrarle” lo interruppe Holmes.

“Da mostrarmi?” chiese il nostro cliente, e dovetti ammettere che ero curioso quanto lui.

“Esatto” confermò il mio collega, porgendogli un taccuino con la copertina in pelle. “Il diario di Sir Harold Winter.”

Lord Blackwell lo prese tra le mani osservandolo in silenzio per diverso tempo, poi sollevò uno sguardo interrogativo su Holmes.

“Lo terrò io” chiarì il mio compagno “Ovviamente lei non può rivolgersi alla polizia e non sta a me dirle come deve comportarsi nei confronti del suo amico, ma se egli dovesse ancora ricattarla, lei potrà quantomeno tutelarsi. L’ho trovato nella cassaforte di Sir Winter, insieme alla lettera e contiene abbastanza materiale per assicurarlo alla giustizia per molto tempo, se dovesse finire nelle mani degli Yarder.”

Sia io che Lord Blackwell rimanemmo ammutoliti, infine quest’ultimo si alzò e strinse vigorosamente la mano al mio coinquilino. “Mr. Holmes, io non ho parole per ringraziarla, lei ha fatto ben più di quanto fosse in suo dovere e mi ha reso di nuovo un uomo libero.”

“Sciocchezze, non era un lavoro complicato” rispose il mio amico, come a voler scacciare il complimento, ma vidi le sue guance pallide prendere un po’ di colore, segno che in realtà lo aveva gradito.

“Solo una cosa, Lord Blackwell” lo richiamò, quando il giovane era ormai sulla porta “Non esiste un terzo fratello, vero?”

L’interpellato l’osservò perplesso. “No, Mr. Holmes. Io sono il figlio minore”.

“Molto bene. Porti i miei saluti a Lady Eva” lo congedò Holmes, aprendo la porta per lui.

“I componenti di quella famiglia hanno il bizzarro dono di portarmi a infrangere le leggi di Sua Maestà” osservò, una volta tornato al tavolo.

“È stato un momento di genio” dissi riferendomi al diario.

“È meglio evitare che sorga sulle scene un nuovo Milverton” si giustificò il mio amico, accomodandosi sul bracciolo della mia poltrona. Ma io sapevo che il timore dell’avvento di un nuovo ricattatore professionista c’entrava ben poco.

Ci scrutammo in silenzio per qualche attimo, poi lui si chinò su di me e posò un bacio sulle mie labbra: “Buongiorno, Watson.”

“Buongiorno, Holmes” ricambiai con un sorriso.



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