Immergersi nel flusso by Vladimir Ivanovic Martynov

Immergersi nel flusso by Vladimir Ivanovic Martynov

autore:Vladimir Ivanovic Martynov [Martynov, Vladimir Ivanovic]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-07-07T07:58:05+00:00


Iconicità del canto liturgico65

Nei capitoli precedenti si è parlato molto di ascetismo e ora, prima di continuare l’esposizione, è necessario eliminare un equivoco che spesso accompagna questo concetto. Il fatto è che, al giorno d’oggi, l’idea di ascetismo non presume solitamente altro che il distacco dai desideri, la mortificazione della carne, il rifiuto completo del mondo e altre cose simili. Quando si parla dell’ascetismo orientale ortodosso e dell’ascetismo russo antico in particolare, questa visione non è assolutamente corretta, o lo è solo per metà. L’abbandono del mondo, il distacco dai desideri, la mortificazione della carne sono sì condizioni necessarie all’ascetismo, ma non esauriscono completamente il contenuto di questo concetto nella sua interezza. Secondo la tradizione della Russia antica il fine dell’ascetismo è la theosis, ovvero la divinizzazione dell’uomo, derivante dalla contemplazione dell’ordine divino superiore e la partecipazione della contemplazione a questo ordine. Affinché la contemplazione dell’ordine divino possa avere luogo è necessario elevarsi al di sopra dell’ordine del mondo, in questo senso “l’abbandono del mondo” diventa un passaggio imprescindibile sulla strada della contemplazione. Ma quando la contemplazione è raggiunta, il contemplante non solo contempla l’ordine divino, ma si compenetra in quest’ordine, di conseguenza, colui che ha raggiunto il fine della contemplazione diventa a sua volta portatore e conduttore dell’ordine divino, coinvolgendo in esso anche tutto il mondo che lo circonda. In questo modo il fine dell’ascetismo non sta tanto nell’abbandono del mondo, quanto nell’iniziare il mondo all’ordine divino. Questo è un punto molto difficile da recepire per la concezione moderna, soprattutto perché nell’ascetismo ortodosso si presuppone che il processo di comunicazione col mondo dell’ordine divino passi attraverso il canto. Lo testimoniano in particolare queste parole di Gregorio Nisseno: “Dio comanda che la tua vita sia un salmo che non si componga di suoni terreni (per suoni intendo i pensieri), ma che riceva dall’alto, dalle vette celesti, il suo suono puro e distinto. Coloro che ascoltano questo salmo nella sostanza e in altre parole, sono coloro ai quali tu dai esempio di vita degna”.66 Bisogna notare in queste parole due punti fondamentali: innanzitutto vi si pone la più netta distinzione tra i concetti di canto liturgico e musica, dato che per “suoni-pensieri terreni” non si intende altro che suoni musicali o la musica stessa, mentre allo stesso tempo per “suoni delle vette celesti” si intende il canto angelico, che è archetipo del canto liturgico; in secondo luogo (che è per noi ora la cosa più importante) si afferma che è il canto a rendere manifesta nel mondo circostante la vita iniziata all’alto ordine divino. In questo modo ritorniamo all’assunto iniziale di un’originaria unità del canto con la vita, ma questa volta da una nuova angolazione, che vede l’essenza di questa unità nella comunicazione al mondo della novella dell’alto ordine divino. Questo concetto può essere compreso pienamente solo nell’ambito della tradizione della Russia antica, secondo la quale chiunque si sia abbandonato alla contemplazione dell’alto ordine divino diventa simile agli angeli. In Russia, chiunque abbia ricevuto la tonsura monacale assume un aspetto angelico, perciò la vita monacale è chiamata “rango angelico della vita”.



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