Il vecchio al mare by Domenico Starnone

Il vecchio al mare by Domenico Starnone

autore:Domenico Starnone [Starnone, Domenico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-02-12T12:00:00+00:00


19.

Appena s’è avvertito il fruscio di Lu che si spogliava, le signore si sono come affievolite, m’è sembrato che l’onda felice della mattinata tendesse definitivamente a ritrarsi insieme alla giostra delle ironie. La contentezza di Silvestro invece è cresciuta, come se avesse appena raggiunto una meta ben al di là delle sue stesse ambizioni. Mi ha mormorato all’orecchio, ma in modo che tutte potessero sentire, anche Evelina:

– Caro dottore, mia moglie ha ordinato che dobbiamo parlare seriamente, e noi obbediamo, parliamo seriamente: quanti anni ha questa nipote?

Ho quasi sussurrato:

– Se le dicessi gli anni della donna a cui sto per comprare vestiti, sarebbe veramente sorpreso.

Non mi è sembrato che reagisse bene, gli ho visto nello sguardo, sulla bocca socchiusa, un’improvvisa insofferenza. Doveva aver deciso al primo colpo d’occhio che ero un vecchio rassicurante, senza grilli per la testa, buono come i pezzi di pane di una volta, ma ora le mie parole gli avevano dato l’impressione che volessi confondere il mio profilo con il suo. Mi è sembrato quasi offeso da quella possibilità, ma non ha avuto il tempo di replicare, è apparsa Lu con la veste bluette.

La ragazza non aveva piú occhi di serva affaticata, ma pupille lucenti. Cosa aveva fatto? S’era tirata su i capelli, s’era truccata in funzione del vestito, s’era passata sulle labbra un rossetto miracoloso? O non aveva fatto alcunché, era l’abito che le dava nuova forma mutandola in una Lu che non era la commessa, non era l’atletica ragazza della canoa, non era nemmeno quella che aveva indossato la costosa veste verde a fiori gialli su un due pezzi blu per fare bella figura col fidanzato, ma un’altra che ora non ero capace di definire, e che però in quel momento era sicuramente assemblata col garbuglio degli sguardi di Evelina, di Melania, di Sibilla, di Martano, di Irmtraud, di Silvestro e forse, perché no, soprattutto col mio che si stava mescolando ai loro e in loro si disperdeva.

Sul momento mi sono aspettato che, tanto per riprendere ruolo, Silvestro facesse un commento volgare. Ma è rimasto in silenzio al mio fianco, gli occhi fissi su Lu. Quel suo tacere deve aver disorientato le signore. Avevo Melania a lato, una spalla sfiorava la stoffa della mia giacca, l’ho sentita come se franasse. Lei, tutte, anche Evelina in piedi accanto al bancone, stavano precipitando nella macchia bluette, un colore denso che scivolava dalle spalle della ragazza, si gonfiava appena sui capezzoli, colava sui fianchi, si raggrumava sulle ginocchia. La commessa mostrava sfrontatamente quanto il disegno di quel vestito potesse moltiplicare la gioia di esistere. Ma non soltanto questo. Lu, con quel bluette, rendeva evidente che la mattinata era stata un abbaglio, niente di ciò che avevano provato e acquistato soddisfaceva davvero il loro bisogno di bellezza ed eleganza quanto invece lo soddisfaceva lei, già al primo colpo d’occhio, con la sua figura colorata. Perciò ecco che arrivava la malinconia, piacere e delusione oscillavano sulla bilancia dell’umore, e piú il loro umore tendeva fastidiosamente al nero, piú montava l’irritazione.



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