Il Saladino by Jan Guillou

Il Saladino by Jan Guillou

autore:Jan Guillou [Guillou, Jan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: TEA
pubblicato: 1999-06-14T22:00:00+00:00


8.

Nel giro di pochi anni la vita di Cecilia Rosa a Gudhem era radicalmente cambiata. L’economia del convento aveva subito una svolta tale da riuscire difficilmente comprensibile per una mente umana. Sebbene negli ultimi anni alle proprietà di Gudhem si fossero aggiunti pochi nuovi lotti di terreno, le entrate erano raddoppiate. Cecilia Rosa spiegava continuamente che era bastato mettere un po’ di ordine e di criterio nell’amministrazione. Be’, non solo, ammetteva se madre Rikissa o qualcun altro la metteva alle strette con le sue insistenti domande. Erano stati aumentati anche alcuni prezzi. Un mantello dei folkung confezionato a Gudhem costava adesso il triplo di quando era stata avviata l’attività, ma proprio come aveva previsto fra Lucien anni prima, i mantelli venivano adesso richiesti con regolarità, invece di sparire nel giro di una settimana. In questo modo diventava anche più semplice pianificare il lavoro, con un numero costante di familiares impegnate nel vestiarium, evitando di fare le cose di fretta o in modo raffazzonato. Le pelli necessarie per i mantelli più preziosi si potevano comprare solo in primavera e in pochi mercati, e se, come in passato, si pianificava male, ci si ritrovava senza pelli e con troppe ordinazioni. Adesso le provviste di pelli erano costanti, il lavoro scorreva liscio e fruttava ugualmente tanto argento che i forzieri di Gudhem sarebbero straripati, se madre Rikissa non avesse commissionato tanti lavori edili a costruttori francesi e inglesi. In questo modo la ricchezza sempre più ingente di Gudhem divenne anche visibile. Il campanile della chiesa era stato completato e dotato di una campana inglese dal rintocco soave, le mura che circondavano la parte interna del convento erano ormai finite e così anche il colonnato tutt’intorno al chiostro.

Accanto alla sacrestia erano stati costruiti due grandi locali nuovi in pietra, che costituivano un edificio indipendente. Era il regno in cui governava Cecilia Rosa, circondata da libri contabili e forzieri pieni d’argento. Nella stanza più esterna aveva fatto costruire strutture in legno con centinaia di scomparti in cui erano conservati gli atti di donazione di Gudhem, in un ordine ben determinato noto però solo a Cecilia Rosa. Se madre Rikissa veniva a chiedere di una proprietà, del suo valore e dell’affitto relativo, Cecilia Rosa era in grado, senza alcun problema, di andare a prendere la lettera di donazione e leggere quanto vi era riportato, per poi sfogliare i libri contabili finché non trovava la data del pagamento dell’ultimo affitto, moggio più moggio meno, riuscendo a stabilire anche in quale periodo doveva avvenire quello successivo. Quando si verificavano ritardi nei pagamenti, scriveva delle lettere che madre Rikissa doveva firmare e chiudere con il sigillo di badessa. La lettera era indirizzata al vescovo più vicino al fittavolo tiratardi, e ben presto qualche solerte scagnozzo partiva per riscuotere l’affitto con una cortese ammonizione o mettendo alle strette il fittavolo recalcitrante. Alla rete di Cecilia Rosa non sfuggiva neanche il pesciolino più minuscolo.

Cecilia non era inconsapevole del potere che il suo ruolo di oeconoma le dava. Madre Rikissa poteva chiedere



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