Il ritorno è lontano by Alessandra Sarchi

autore:Alessandra Sarchi [Sarchi, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2024-01-30T00:00:00+00:00

30.

Nina era partita l’ultima settimana di maggio, per una località dell’Estonia di cui Sara non ricordava il nome, sapeva solo che non era tanto lontana da Tallinn, ma più nell’entroterra rispetto al Baltico.

Nina le aveva spiegato che gli estoni non volevano rischiare quello che era successo su a nord, nelle isole Svalbard, dove i norvegesi avevano costruito in una montagna di permafrost il più grande deposito di sementi della terra a centotrenta metri sotto il livello del mare. Un archivio di millenni di agricoltura. Nel 2017, che era stato insieme al 2003 l’anno più caldo di cui si avesse memoria, il ghiaccio si era sciolto ed era entrato nell’hangar, sotto forma di acqua. L’interno, mantenuto a una temperatura costante di meno diciotto, aveva preservato la distruzione della preziosa riserva che avrebbe dovuto garantire la biodiversità agricola in caso di un disastro globale. Ma l’episodio era servito come avvertimento: nemmeno i ghiacci perenni erano più tali.

Tornando alla raccolta dei semi: da sempre, da quando i primi ominidi sono apparsi sulla Terra, a raccoglierli e selezionarli sono state le donne, lo sapevi mamma? chiese Nina, e senza attendere risposta proseguì: Secondo gli antropologi il genere femminile si è specializzato nel corso di un paio di milioni di anni, te le immagini le nostre antenate irsute e carponi a raccogliere e distinguere semi di segale da semi di grano? Be’, sempre secondo gli antropologi questa specializzazione ci porta ad avere quell’attenzione infallibile per i dettagli, per le cose minute che apparentemente non si vedono nell’insieme e che tanto spesso infastidisce i maschi.

Mentre Nina faceva questo racconto in una lunga videochiamata, una sera che era contenta dopo aver superato un esame, alla vigilia della partenza per quella spedizione alla nuova arca della biodiversità, Sara pensava a come, durante l’infanzia, lei e sua figlia avevano confezionato insieme dei mosaici in cui al posto delle tessere avevano utilizzato i semi che trovavano nelle confezioni di legumi secchi comprate al supermercato. Spalmavano la colla su fogli di cartoncino e poi vi facevano aderire i semi, scegliendoli in base alla forma e al colore. Talvolta c’era un disegno sotto, talvolta erano i semi sparpagliati sul tavolo a suggerire la disposizione. Sara aveva trovato conforto e intimità in quel passatempo a cui si dedicavano in genere dopo cena, così come nella raccolta e selezione delle conchiglie e dei pezzetti di vetro levigati dal mare lungo la spiaggia, d’estate; ne avevano collezionato diversi barattoli. Una gioia calma, forse perché radicata in un passato remotissimo che dava sicurezza al loro gesto: raccogliere, preservare, predisporre, coltivare, era quello che avevano fatto per millenni le loro antenate, come le aveva appena spiegato Nina.

In quel momento si sentì fiera di sua figlia, poi le ritornò in mente il video della bambola e si domandò come Nina avesse potuto essere tanto spietata. Per questo non le aveva mostrato la foto di Pietro, e non le aveva detto che sarebbe arrivato a casa loro ai primi di giugno. Voleva proteggerlo, e proteggere se stessa.

Dunque ancora non sai se vi daranno un bambino o una bambina?

Bzz, strrr, rumore di sterpi calpestati.

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