Il mistero del dipinto scomparso by Iacopo Cellini

Il mistero del dipinto scomparso by Iacopo Cellini

autore:Iacopo Cellini [Cellini, Iacopo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-02-28T14:21:49+00:00


XI

Padre Moretti era l’unico ospite del castello che Leandro non conoscesse personalmente. Non avendo avuto modo di farsi un’idea precisa nei suoi confronti, era convinto che, fra tutti i sospettati, fosse quello con maggiori probabilità di nascondere qualcosa. Così, decise di entrare di soppiatto nella sua stanza durante il primo giorno di investigazione.

Prima di tutto, passò di fronte alla porta di zio Guido per verificare che il sacerdote fosse lì insieme a lui. Appoggiò l’orecchio sull’uscio e dall’altra parte del legno sentì i due uomini pregare all’unisono. Rimase in ascolto alcuni secondi, poi sentì che Padre Moretti poneva una domanda al vecchio malato.

«Guido, stai pensando alla proposta che ti ho fatto? Sei ancora in tempo a cambiare il testamento. Sono certo che è questa la volontà del Signore».

«Non posso, non posso…», rispose Guido. Aveva la voce debolissima e sembrava delirante. Probabilmente, la malattia lo stava pian piano consumando anche a livello cerebrale. «Lorenzo ha disobbedito e pochi giorni dopo è morto…».

«Sono sicuro che Dio veglierà su di te, Guido. La fede ti proteggerà», incalzò Padre Moretti. Ma il vecchio non sembrava ascoltarlo.

«La mia destra… la mia destra è più importante della sinistra…».

Seguì un breve silenzio, poi il sacerdote continuò. «Non affaticarti, Guido, possiamo parlarne in un secondo momento. Continuiamo a pregare».

Leandro restò in ascolto per qualche altro minuto, ma non sentì altro che litanie. Capì che non sarebbero più tornati sull’argomento e uscì nel chiostro per dirigersi verso la camera riservata al ministro ecclesiastico, tra l’ingresso della torre est e l’appartamento dei suoi genitori.

In passato era entrato più volte in quell’alloggio, ma per qualche ragione gli apparve diverso rispetto al solito. Non che ci fosse qualcosa di strano, sia chiaro. La camera era in perfetto ordine, ma avvertiva una strana sensazione, come se il solo passaggio del sacerdote avesse conferito all’ambiente un’atmosfera misteriosa e quasi solenne. Scacciò via quell’idea cercando di concentrarsi, ma la suggestione gli rimase addosso e di tanto in tanto il senso di colpa lo prendeva allo stomaco per rimproverarlo dell’atto sacrilego che stava compiendo.

Fu con grande difficoltà che aprì il guardaroba di legno in cui Padre Moretti aveva ordinatamente disposto i suoi vestiti. I pigiami e i pantaloni erano piegati con cura nel ripiano in basso, mentre appesi alle grucce c’erano soltanto tre abiti talari, identici l’uno all’altro. Sembrava l’armadio di Paperino, pensò, e subito si pentì di quel pensiero irriguardoso. Chinò il capo e, dalla tasca di uno dei vestiti, vide sporgere una busta su cui si vedeva chiaramente scritto: «Segreteria Vaticana, da consegnare con la massima urgenza». Convinto di aver trovato qualcosa di interessante, la prese e, con mani tremanti, la aprì.

La lettera al suo interno conteneva una sola riga e i segni che la formavano erano apparentemente incomprensibili:



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