Grea Sergio - 2012 - L'appalto by Grea Sergio

Grea Sergio - 2012 - L'appalto by Grea Sergio

autore:Grea Sergio [Grea Sergio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9781503939455
editore: Amazon Encore
pubblicato: 2016-07-18T22:00:00+00:00


Al ricevimento dell’ambasciata gli onori di casa li fa Laura Moore perché il numero uno è in missione alla Casa Bianca.

È la prima volta che incontro la mia comunità in un’occasione ufficiale. Non che ne senta il bisogno, ma è sempre utile scambiare impressioni con chi del paese sa più di me. Però dopo un po’ me ne sto qui annoiato, col calice di champagne in una mano e un mezzo involtino tiepido nell’altra. Da un’ora buona mi imbatto soltanto in cose ritrite e luoghi comuni. Il gran freddo che fa, il gran caldo che farà, da quanto tempo sono a Tashkent, di cosa mi occupo, se sono stato in altri paesi dei dintorni, se vado via per Natale, se mi piace il plov, se ho visto la madrasa tale o la tal’altra. Tutte cose di cui non importa un accidente a nessuno, né a chi le racconta e meno che mai a chi le ascolta. Ma visto che si deve stare qui per qualche ora col calice e il mezzo involtino, qualcosa bisogna pur dire.

Più tardi vedo entrare Marion Calls. La preferisco vestita da giornalista che addobbata da gran sera. Al suo braccio c’è l’immancabile pilota biondo, che da quando ha trovato lavoro con gli aerei cargo sembra meno ombroso e refrattario al contatto umano. Marion mi vede e mi viene incontro, trascinandosi dietro il giovanotto che però ha un po’ l’aria di chi vorrebbe essere da tutt’altra parte.

«Salve, sa che la stavo cercando?»

«Mi ha trovato.»

«Ricorda Curosh Tolbin, il mio chaperon di qui?»

Me lo chiede ogni volta che li incontro. Certo che lo ricordo, difficile dimenticare il caos di quell’ormai lontano mattino del mio arrivo a Tashkent. Ci stringiamo la mano.

«Perché mi cercava?» le chiedo.

«Sono sempre in debito con lei. Petrolio.»

Non mi sembra la circostanza migliore per parlarne, gomito a gomito come siamo tra centinaia di persone il cui tono di voce sale con lo scendere del numero delle bottiglie ancora da stappare. Ma devo prendere quello che viene.

«Qualcosa di nuovo?»

«Da qualche giorno si parla di nuovi permessi di trivellazione. Di pozzi test che se dessero risultati potrebbero diventare concessioni ufficiali.»

«Dove?»

«Un po’ dappertutto.»

«Anche sull’Aral?»

«No, lì no.»

«Sicura?»

Sorride. «Non si fida di me?»

«Il Kazakistan il petrolio lo cerca anche lì. Ha visto anche lei le torri di trivellazione sulla loro parte di lago.»

«Lo so, quelli di petrolio e di gas ne hanno da gettare. Mai sentito parlare di Tengiz?»

«No.»

«È il grande centro petrolifero kazako sul Mar Caspio. Hanno deciso di portarci il petrolio del nord costruendo un nuovo oleodotto. Magari anche quello del loro pezzo d’Aral, visto che ci passerà vicino.»

«Quindi anche Tashkent potrebbe decidere di trivellare sulla sua parte di lago.»

«Sembra proprio di no. Ammetta che le ho portato qualcosa di nuovo.»

«Troppo vago.»

«Le racconto quello che so, non quello che vuole sentire» sbuffa. «Curosh, sei sudato. Hai caldo?»

«Sì» borbotta il giovane. «Andiamocene.»

«Siamo appena arrivati.»

«Andiamocene lo stesso. Non sopporto queste litanie.»

«Questo è lavoro» ribatte lei, seccata.

Li lascio ai loro musi lunghi. Trovo un quintale di personaggio in smoking che mi chiede dove ci siamo già visti.



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