Governare l'economia by Pasquale Tridico

Governare l'economia by Pasquale Tridico

autore:Pasquale Tridico [Tridico, Pasquale]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2024-05-15T00:00:00+00:00


4.3. Contratti collettivi, criteri di rappresentanza e salario minimo

Da molti anni si parla di misurazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. La normativa richiede che venga verificata l’applicazione, da parte dei datori di lavoro, di CCNL sottoscritti da organizzazioni sindacali maggiormente o comparativamente rappresentative, al fine di beneficiare di agevolazioni di natura contributiva. Ciononostante, ancora non esiste una norma che indichi le modalità attraverso cui procedere a tale verifica. Le parti sociali, in particolare CGIL, CISL, UIL e Confindustria, a cui si sono aggiunti anche Confapi e Confservizi, hanno stabilito negli anni accordi con regole precise per procedere alla misurazione. Recependo quanto previsto dalle parti sociali in questi accordi, l’INPS, a partire dal 2019 e su base volontaria, con convenzionamenti di natura privatistica, ha avviato un processo di raccolta e verifica dei dati dei lavoratori iscritti alle organizzazioni sindacali, sulla base di quanto comunicato dai datori di lavoro nei flussi contributivi mensili e dei dati elettorali ottenuti dalle organizzazioni sindacali in occasione delle elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU). Dopo un decennio dalla sottoscrizione da parte di Confindustria, CGIL, CISL e UIL del Testo Unico sulla rappresentanza, avvenuta il 10 gennaio 2014, è ora possibile misurare la rappresentanza. Questo accordo stabilisce che si è rappresentativi, ovvero legittimati a sedersi ai tavoli delle trattative, se le organizzazioni sindacali hanno almeno il 5% delle adesioni dei lavoratori (una soglia raggiunta da pochissimi sindacati).

È importante formulare alcune osservazioni su questo aspetto. In primo luogo, i lavoratori dipendenti in Italia sono circa 13 milioni. Il perimetro delle imprese appartenenti a Confindustria ne comprende circa 5 milioni, ossia solo il 38%. In questo perimetro, CGIL, CISL e UIL insieme raggiungono il 95% delle adesioni dei lavoratori (il 98% se consideriamo Confapi), ma i rapporti di forza al loro interno non sono pubblici e sono custoditi dai dati dell’INPS. È noto, tuttavia, che i sindacati più grandi siano, nell’ordine, CGIL, CISL e UIL. I dati precisi delle adesioni potrebbero essere noti se le organizzazioni sindacali decidessero di divulgarli, supportate da una norma che imponga la validità erga omnes dei contratti maggiormente rappresentativi e la precisazione dei perimetri contrattuali (grandi imprese, piccole imprese, cooperative). Sarebbe un’operazione di grande trasparenza, che farebbe bene soprattutto al mondo del lavoro. In secondo luogo, molti CCNL potrebbero non essere “misurabili”, laddove il dato associativo (cioè l’iscrizione al sindacato dei lavoratori) non fosse comunicato da almeno il 50% delle aziende che applicano il relativo CCNL (non vi è alcun obbligo di comunicazione). Gli accordi finora formulati non rispondono infatti a richieste di legge e non hanno natura vincolante. In terzo luogo, i CCNL applicati ai lavoratori del terziario e del commercio (una platea numericamente significativa tanto quanto quella del “mondo” Confindustria) potrebbero non essere misurabili, poiché in moltissimi luoghi di lavoro non si svolge l’elezione delle RSU e, quindi, mancherebbe il parametro elettorale per la verifica.

Nel settore del terziario e del commercio, le organizzazioni datoriali chiedono parametri e modalità differenti per dare seguito alla misurazione. Ci sarebbe da domandarsi se si possano utilizzare due criteri diversi, uno per l’ambito industriale e uno per il terziario.



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