Don Winslow, Città in fiamme (2022) by Unknown

Don Winslow, Città in fiamme (2022) by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
pubblicato: 2022-04-30T00:00:00+00:00


TERZA PARTE

GLI ULTIMI GIORNI DI DOGTOWN

PROVIDENCE, MARZO 1987

Noi non pensiamo a nulla e andiamo avanti, ciechi

nella nostra follia, finché non sistemiamo

il mostro maledetto dentro la santa rocca.

Virgilio, Eneide, Libro II

24

Providence è una città grigia.

Cieli grigi, palazzi grigi, strade grigie. Granito grigio duro come i pellegrini del New England che lo hanno scavato per costruire la loro Città sulla Collina. Grigia come la nebbia di pessimismo che indugia nell’aria.

Grigia come il dolore.

Il dolore grigio e implacabile che Danny prova dalla morte di Pat. Un dolore che indossa come un vestito quando si sveglia al mattino, come se vedesse il mondo in uno di quei televisori in bianco e nero che aveva da bambino.

Alza il bavero del giubbotto di pelle mentre cammina verso il Gloc. Non è più Danny Ryan il marinaio, l’esattore, l’uomo che rapina i camion: è Danny Ryan, l’uomo che deve riempire il grande vuoto lasciato da Pat Murphy.

Qualcuno deve farlo, e di sicuro non può essere Liam.

Quel coglione di Liam, ovviamente, vorrebbe uscire e uccidere tutti quanti. O meglio, vuole che gli altri escano e uccidano tutti; non vuole farlo di persona, vuole solo premere i bottoni.

Danny l’ha fatto scendere dal piedistallo. «Non possiamo reagire adesso.»

«Hanno ucciso mio fratello, cazzo!»

«Lo so.» Hanno anche ucciso il migliore amico di Danny. «Sto solo dicendo che adesso non abbiamo gli uomini per lanciare un’operazione stile sbarco in Normandia.»

E Danny è addolorato, Cristo, ha il cuore a pezzi. Anche sua moglie incinta è distrutta dal dolore, e deve occuparsi di lei. Poi ci sono i parenti acquisiti: Catherine è un disastro e John è praticamente catatonico. Non è in condizione di gestire gli affari quotidiani, figuriamoci una guerra.

Perciò tocca a Danny.

È lui a dover gestire il quotidiano, i moli, il sindacato, lo strozzinaggio, le rapine… Tutto cade sulle sue spalle. Centinaia di dettagli al giorno: assicurarsi che sui moli vengano scelti i ragazzi giusti, che gli esattori riscuotano le quote, che il denaro venga distribuito, le bustarelle consegnate a poliziotti e giudici, quei pochi che gli restano. Deve assegnare compiti, mediare nelle dispute, prendere decisioni.

Bernie è un grande aiuto con i conti e Jimmy si è assunto una buona fetta di responsabilità, ma è Danny che comanda.

È Danny che deve condurre la guerra.

Il fatto è che gli scontri subiscono una pausa.

Un po’ è una questione di stanchezza.

Entrambe le parti sono esauste, consumate.

Poi c’è la percezione del pubblico.

La gente sopportava una guerra tra gang, in fondo era anche un intrattenimento. Ma il brutale omicidio di Pat Murphy è stato troppo. Un uomo trascinato per strada da un’auto in piena città, lasciando pezzi di sé sull’asfalto?

No.

Ora il pubblico è stufo.

Dai boss delle grandi famiglie di New York, Boston e persino Chicago è arrivato l’ordine di calmarsi, di abbassare i toni. Non fate in pubblico cose che vanno fatte in privato. Teneteci tutti lontani dai notiziari per un po’ di tempo.

È più o meno la stessa cosa che Pasco aveva detto a Danny al telefono: «Ho sentito che stai sostituendo John durante il suo periodo di lutto».



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