Dio ci vuole felici by Elisabetta Rasy

Dio ci vuole felici by Elisabetta Rasy

autore:Elisabetta Rasy [Rasy, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia


Ci sono altre Micòl sparse per l’Europa. Qualcuna, prima di essere travolta come lei dai tempi scatenati, riesce a lasciare tracce del proprio talento. Sono tracce straordinarie, una prodigiosa eredità al mondo che non conosceranno.

Una mattina dei primi giorni di agosto del 1942 Etty vide due suore camminare sul fango ormai secco dei viottoli del campo di Westerbork. C’erano anche altri religiosi, tra cui un sacerdote “dagli occhi non offuscati” che non aveva mai lasciato il convento per quindici anni. Arrivi inaspettati, se c’era ancora qualcosa di inaspettato al campo. Quando il 20 luglio era stata letta nelle chiese una lettera di protesta dei vescovi contro le persecuzioni razziste, i nazisti non avevano perso tempo: la protesta era stata immediatamente punita scatenando la caccia agli ebrei convertiti al cattolicesimo ed entrati nei vari ordini ecclesiastici. Erano stati velocemente ma minuziosamente emessi mandati di cattura convento per convento, per individuarli e spedirli a morte. Le due suore erano state prelevate il 2 agosto, un lunedì, dal monastero delle carmelitane della cittadina di Echt, vicino al confine con il Belgio. In realtà solo una delle due era monaca, suor Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein; l’altra era sua sorella Rosa, che si era rifugiata presso di lei sperando di essere al sicuro. Entrambe sette giorni dopo sarebbero state assassinate nelle camere a gas di Auschwitz.

Suor Benedetta aveva all’epoca cinquantatré anni, interamente spesi alla ricerca di una via verso lo spirito e l’interiorità. Una vita scandita da scelte decise e radicali. Due grandi occhi, che scrutano qualcosa che solo un’attenzione vigile può vedere, illuminano l’ovale regolare di questa ragazza nelle poche foto che rimangono del suo intensissimo mezzo secolo di vita. C’è qualcosa di inquieto nello sguardo, uno sguardo femminile che non si accontenta di ciò che trova, di quanto il mondo offre agli esseri umani – quel terribile mondo in cui è stata chiamata a vivere – e di quanto offre alle donne. Uno sguardo che cerca la propria strada e non si perde nello spazio incerto, misterioso e indefinibile che chiamiamo anima.

Figlia di commercianti di legname, orfana di padre a tre anni, insieme a cinque fratelli e due sorelle vive a Breslavia, la città polacca all’epoca appartenente alla Germania, nella famiglia guidata dalla madre che, rimasta vedova del marito, ne ha preso in mano l’azienda. Molto brava a scuola, decide di interrompere gli studi e si mette a leggere i classici per conto suo. La convincono a tornare al liceo e a diplomarsi. Da allora solo successi, fino alla brillante laurea con Edmund Husserl, a Friburgo, tema: l’empatia. Presto il filosofo, colpito dalla sua intelligenza, la vuole con sé come assistente. Tutti apprezzano le sue doti e capacità, ma presto decide di rinunciare all’incarico per potersi dedicare ai propri studi. Comincia una carriera di ricerca e insegnamento. È abitata da molte idee e da molte energie. Scrive saggi filosofici, si impegna in politica nel DDP, il Partito democratico tedesco, milita per il voto alle donne, è infermiera sul campo nella Prima guerra mondiale.



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