Cook Robin - 1981 - Cervello by Cook Robin

Cook Robin - 1981 - Cervello by Cook Robin

autore:Cook Robin
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


10

Erano le sette passate quando Denise si svegliò e annaspò in cerca dell'orologio. Era tardissimo. Abituata al fatto che Martin si alzava prima delle sei, non aveva puntato la sveglia la sera prima. Buttò indietro le coperte e si precipitò in bagno per fare la doccia. Philips aprì gli occhi in tempo per vedere la schiena nuda di lei allontanarsi per il corridoio: era un modo splendido per cominciare la giornata.

Dormire un po' di più era stato da parte di Philips un deliberato gesto di sfida nei confronti delle vecchie abitudini. Si stirò con piacere nel letto caldo. Pensò se era il caso di rimettersi a dormire, ma poi decise che fare la doccia assieme a Denise era un'idea migliore.

In bagno trovò la ragazza sul punto di uscire dalla doccia e poco in vena di scherzare. Entrando nella cabina le sbarrò la strada e lei gli ricordò, con fare petulante, che doveva presentare le radiografie al CPC alle otto in punto.

«Perché non facciamo ancora all'amore?» bisbigliò Martin. «Ti farò un certificato medico per il ritardo.»

Denise gli gettò l'asciugamano bagnato sulla testa e uscì dalla doccia camminando sul tappetino. Mentre si asciugava, cercando di superare lo scroscio dell'acqua, disse a Philips: «Se finisci a un'ora decente, preparerò qualcosa da mangiare per questa sera.»

«Rifiuto di farmi corrompere,» urlò Martin. «Devo vedere il responso dell'istituto di Patologia sui vetrini del cervello della McCarthy e spero di fare qualche politomografia e un TAC a Kristin Lindquist. Inoltre devo fa-re esaminare al computer un sacco di vecchie radiografie del cranio. Oggi l'attività di ricerca sarà molto intensa.»

«Sei testardo,» disse Denise.

«Non posso farne a meno.»

«Quando vuoi che vada alla clinica ginecologica?»

«Appena puoi.»

«D'accordo. Ci andrò domani.»

Mentre Denise usava l'asciugacapelli, era impossibile parlare. Philips uscì dalla doccia e si fece la barba con uno dei rasoi «usa e getta» della ragazza. Erano costretti a un complicato minuetto per riuscire a muoversi nella piccola stanza da bagno.

Accostando il viso allo specchio per truccarsi, Denise gli chiese: «Secondo te, qual è la causa delle variazioni di opacità in quelle radiografie?»

«A dire la verità, non lo so,» disse Philips cercando di pettinarsi i folti capelli biondi. «È proprio per questo che ho portato i vetrini a Patologia.»

Denise si allontanò dallo specchio per esaminare il risultato dei suoi sforzi. «Mi sembra che rispondere a questa domanda sarebbe un primo passo avanti, piuttosto che mettere in relazione l'anomalia con una malattia precisa come la sclerosi multipla.»

«Hai ragione,» rispose Philips. «L'idea della sclerosi multipla è venuta fuori dalle cartelle cliniche. È stato un colpo tirato alla cieca. Ma sai una cosa? Mi hai appena fatto venire un'altra idea.»

Philips entrò nel vecchio edificio che ospitava la scuola di medicina passando per la galleria, dal momento che l'ingresso che dava sulla strada era chiuso da molto tempo. Mentre saliva le scale che portavano all'atrio si sentì, con sua stessa sorpresa, un po' commosso pensando alla sua vita: il futuro aveva in serbo molte sorprese. Quando raggiunse le familiari porte di legno scuro con i logori pannelli di cuoio rosso, si fermò.



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