Città in rovine by Don Winslow

autore:Don Winslow [Winslow, Don]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia

34

Danny siede alla cena dello Shabbat.

Si sente a disagio, non ha mai partecipato prima a una cosa simile.

Josh, il nipote di Abe, era venuto a prenderlo di persona alla pista di atterraggio, il che è un segno positivo. Così come l’energia di Josh, aperta ed entusiasta.

Danny aveva fatto i compiti durante il breve volo e aveva appreso che Josh si era laureato a Harvard e aveva conseguito un master in amministrazione aziendale alla Wharton. Era tornato a Tahoe due anni prima per aiutare il nonno a gestire gli affari ed era considerato una specie di genio nell’uso della raccolta dati per guidare le decisioni aziendali.

Alto, atletico, bello, Josh è l’erede designato a dirigere la Stern Company quando Abe deciderà di passare il testimone. Danny ha anche saputo che il padre di Josh, un altro Daniel, è morto giovane di cancro quando il figlio aveva solo dieci anni e che Josh è stato cresciuto dal nonno.

Josh gli era venuto incontro praticamente a passo di carica, aveva preso la sua borsa e l’aveva gettata nel retro della Land Rover. Poi avevano lasciato la pista d’atterraggio, erano usciti dalla città e avevano raggiunto la casa sul lago in cui la famiglia viveva dagli anni Sessanta.

«Deve essere un ospite speciale» dice Josh, «visto che è stato invitato alla cena dello Shabbat.»

«Non sapevo di esserlo.»

«È venerdì» aveva spiegato Josh. «E noi siamo ebrei.»

Aveva tirato fuori una kippah dalla tasca dei jeans e gliel’aveva data. «Le servirà questa.»

Danny aveva chiesto: «È venuto a prendermi di persona per un motivo, vero?».

«Certo. Volevo stare qualche minuto da solo con lei. Signor Ryan…»

«Chiamami Dan, diamoci del tu.»

«Dan. Il motivo per cui sei venuto è ovvio: hai bisogno di un investitore per contrastare l’acquisizione ostile da parte di Winegard. Abbiamo osservato attentamente le azioni.»

«E…?»

«Abe è rimasto colpito dalla tua ristrutturazione del Casablanca» aveva detto Josh. «È la base del nostro modello di business: efficienza, uso intelligente delle risorse, servizi impeccabili per gli ospiti. Il nonno ha un’ottima opinione del Tara Group.»

«Mi fa piacere.»

«Ma devi sapere che ti ha invitato solo per cortesia verso tua madre» aveva detto Josh. «Non vuole fare affari a Las Vegas. Ti inviterà a cena, poi farà due chiacchiere in privato con te e ti dirà di no.»

Eccoci qua, aveva pensato Danny. La mia unica possibilità di salvare l’azienda è appena andata in fumo.

Poi Josh aveva aggiunto: «Ma io sono d’accordo. Penso che dovremmo assolutamente avere una presenza, una presenza importante, sulla Strip. I dati mi danno ragione. Credo di poterne parlare con mio nonno, ma non so se riuscirò a convincerlo. Gli voglio bene, ma è un vecchio testardo».

Ora Danny siede alla cena, la stanza è illuminata dalla luce morbida delle candele. Il lungo tavolo è pieno di figli adulti, nipoti e nipotine.

Danny è l’unico estraneo.

Guarda Abe Stern sollevare due pani e impartire una benedizione.

La voce di Abe è sonora.

Forte.

Danny non capisce le parole, ma percepisce che sono profondamente sentite, antiche e significative in un modo che può solo intuire.

«Baruch atah Adonai, Eloheinu, melech ha’olam…»

Il viso di Abe è lungo: fronte alta, occhi profondi, mascella forte.

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