brigata anti gang by auguste le breton

brigata anti gang by auguste le breton

autore:auguste le breton [breton, auguste le]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: giallo
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


152:

— E' qui. Coprimi.

E senza tremare, afferrò la maniglia e la girò. Spinse dolcemente la

porta poi di colpo zompò nella stanza. Calibro puntato in direzione della

quadranta. Barani zompò su al volo, stupito, senza fiato, ma per niente

spaventato. Per riflesso professionale, la sua mano volava già verso la 38,

sotto la raspa.

— Non ti muovere — ordinò Trois Pommes, tenendo un occhio fisso

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sulla porta di comunicazione chiusa.

Barani non si arrese davanti alla minaccia. La sua ramposa stava per

afferrare il calcio del calibro. Ma non fece in tempo. Nez-Cassé, che era

entrato dietro l'amico, lo prese in velocità e gli mollò la sbroffa sul cranio.

Con tutta la sua forza.

— Ah... — riuscì a dire il pulè con voce soffocata. E fu tutto. Cadde

sulla quadranta, facendo volare fogli e rapporti.

Trois Pommes indietreggiò veloce verso Mouche, che era completa-

mente sbalordito della irruzione.

— Siamo venuti a prelevarvi, monsieur Sartet — mormorò. —Fuori,

presto, prima che si scateni il finimondo.

— Ma... Ma... — si stupiva Mouche. — Ma...

Era completamente suonato e soprattutto non capiva un beneamato

accidente. Chi erano quei mecchi? Cosa facevano? Eppure, benché soffo-

cata, la voce del tizio... gli sembrava quella... quel monsieur Sartet... e poi

quei cappucci, quelle berte, ma certo, erano proprio le loro. Le ricono-

sceva. Allora, il mecco non poteva essere che Trois Pommes, l'innamorato

di Martine. Trois Pommes che gli rifilava un calibro nelle rampone amma-

nettate e che lo supplicava: — Fuori, monsieur Sartet, fuori subito!

Il gangster si scosse. Il contatto con la berta lo riportava al reale.

Lumò la chiusa vicina e mormorò:

— Un secondo. Prima il mio socio.

— Ma siete suonato! — protestò Trois Pommes. — Non ne abbiamo

il tempo. Tagliamo la corda subito.

Ma Mouche era ridiventato se stesso. Tutta la fatica immagazzinata

in quelle ore se ne era andata. Al volo. Prima di tutto, il suo inseparabile

Paletot. Senza occuparsi dei suoi salvatori in cappuccio, senza neanche

porsi domande, approfittò della favolosa occasione, aprì la porta e si

inquadrò nell'ufficio di Toupir.

— Mani in alto — ordinò.

Completamente storditi, occhi spalancati, Toupir e Vrillard che erano

giusto tornati dall'ufficio di Sérisky obbedirono, come in un film al

rallentatore. Dove diavolo era andato Mouche a procurarsi quella berta?

Aveva disarmato Barani. Eppure no. Non era mica una 38 della pula

quella. E all'improvviso, i pulè scorsero dietro di lui Trois Pommes e Nez-

Cassé spaventosi nel loro travestimento da duristi.

— Mio Dio — fece Vrillard. — Mio Dio!

E, abbassando il braccio al volo, fece prendere aria alla sua 38. Ma

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Mouche lo anticipò e lo sforacchiò due volte. Il pulè cadde lentamente.

Una maschera di stupore si dipinse sulla sua faccia. Mollò il suo calibro. Il

piccolo Toupir strinse i denti per la collera, vedendo crollare Vrillard e si

precipitò in avanti sfoderando il calibro. Trois Pommes, che aveva in mano

la 38 di Barani, fece per sbroffarlo. Ma Mouche lo anticipò. La sua beretta

si era spostata di un capello, di un millimetro. Il giovane commissario

piroettò su se stesso sotto l'urto del confetto. Beccato in piena spalla.

Pallido, narici dilatate, il muso rischiarato dalla speranza, Paletot de

Cuir si era alzato, aggrappandosi con una mano allo schienale della tuppa.

— Fuori amico — gridò Mouche, sostenendolo.



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