Breve storia del diavolo: Antagonista e angelo ribelle nelle tradizioni di tutto il mondo (Italian Edition) by Alberto Cousté

Breve storia del diavolo: Antagonista e angelo ribelle nelle tradizioni di tutto il mondo (Italian Edition) by Alberto Cousté

autore:Alberto Cousté [Cousté, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788868268138
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2004-10-10T22:00:00+00:00


Note

1. C’è chi sostiene, non senza ragione, che il processo fu inverso, o comunque dello stesso periodo, vista la straordinaria capacità sincretica dello Shinto.

2. È proprio Megastene, un autore greco del secolo II a.C., la fonte occidentale più antica di cui disponiamo per lo studio dell’Hinduismo classico.

L’ingresso in società

Lo splendore pagano

Di tutte le civiltà neolitiche quella cretese è, senza dubbio, la più criptica e affascinante. Fino agli scavi di Arthur Evans – effettuati principalmente a Cnosso all’inizio del secolo XX – questa cultura costituiva un vero e proprio vuoto storico. Negli ultimi decenni invece si è rivelata essere l’anello mancante che collega la civiltà del Nilo a quelle della Mezzaluna Fertile, e queste alle culture dei Dori, degli Achei e dei Frigi, i protagonisti della grande avventura greca. Gli importanti ritrovamenti archeologici, che ebbero molta più fortuna rispetto a ciò che è emerso della scrittura cretese, hanno fatto sì che l’isola fosse chiamata «il grande libro di illustrazioni senza testo». Ciò nonostante, lo stato attuale delle scienze antropologiche ha permesso di decodificare alcuni dei misteri di questo popolo perduto e di fare congetture abbastanza fondate.

A un primo stadio mitico (Teseo, il labirinto, i primi culti taurini, di cui i Giochi Olimpici e con la pertica sono la manifestazione laica, considerati anteriori alla tauromachia) segue il periodo denominato Minoico antico (3000-2100 a.C.), che parte dalla figura del favoloso Re Minosse, sulla cui esistenza di individuo e di fondatore della dinastia oggi non v’è alcun dubbio. Di qui, passando per il Minoico medio (2100-1600 a.C.), la cultura cretese si continentalizza, insufflando il proprio vigore agli Achei di Micene, città del Peloponneso che raggiunge la massima fioritura durante il secolo XVIII a.C. La crescente talassocrazia cretese giunge così al culmine, guidata da una classe dirigente che costruisce nell’isola fastosi palazzi, inventa la pratica costante dei giochi atletici e delle feste taurine e possiede giganteschi magazzini per il grano, l’olio e il vino che le sue navi trasportano in Egitto, nel Sud dell’Europa nascente e in Asia Minore. Nel 1530 a.C., tuttavia, i terremoti devastano l’isola, sulla quale prendono anche a riversarsi le ondate migratorie degli Achei, sempre più spettacolari: un secolo dopo (1425 a.C.), un tentativo di rivolta fallito da parte dei Cretesi si conclude con l’incendio e la distruzione del palazzo di Cnosso e nei tre secoli successivi il dominio miceneo perdura incontrastato.

Ben poco sappiamo della religione cretese, come anche di molti altri aspetti di quella civiltà: non prevedeva templi e dunque la celebrazione del culto era di natura privata. Il pantheon era prevalentemente matriarcale, incentrato sulla liturgia della Magna Mater. Non diede spazio all’antropomorfismo delle divinità, limitando la produzione di oggetti a statuine e all’incisione delle gemme. Non aveva divinità ibride come quelle della Valle del Nilo, il che suppone un certo progresso nello sviluppo spirituale.

In questo contesto, che ruolo aveva il nostro protagonista? Juan B. Bergua – basandosi sullo studio della gemma dell’Hydra e della Figalia – conclude dicendo che i demoni (al plurale) fungevano da intermediari fra le dee e i mortali.



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