ARTIGLI E FUSA by stevenlob

autore:stevenlob
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2015-09-10T16:34:29+00:00

Knox Burger

All'inizio della macabra (ma in fin dei conti abbastanza toccante) storia di Knox Burger che troverete nelle pagine seguenti, il narratore ci avverte: «Questa storia parla di un gatto, e se siete persone particolarmente amanti dei gatti, vi consiglio di non leggerla».

Dunque è forse meglio non leggerla, soprattutto se siete facilmente im-pressionabili.

Eppure sospettiamo andrete comunque avanti...

Come redattore capo della sezione narrativa di Collier's negli anni Cinquanta, Knox Burger ha pubblicato alcuni dei primi racconti di Ray Bradbury, e i primissimi di Jack Finney e Kurt Vonnegut. È stato corri-spondente di guerra nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale, redattore editoriale negli anni Sessanta. Dal 1970 dirige un'agenzia lettera-ria a New York.

Ho incontrato Harrington una volta soltanto, e non so perché, ma non credo proprio che le nostre strade si incontreranno di nuovo.

Per circa un anno prima del nostro incontro avevo udito citare il suo nome nelle conversazioni con il nostro comune amico George Levy. Oltre a George, io e Harrington avevamo in comune una donna delle pulizie di nome Lavinia, una signora anziana dalla tempra d'acciaio, spietatamente onesta tanto nelle opinioni quanto nelle abitudini. Conosco George e Lavinia da molti anni e non ho mai avuto occasione di mettere in dubbio qualsiasi cosa l'uno o l'altra siano venuti a riferirmi. Dai loro racconti ho ri-composto frammento per frammento la storia che sto per narrarvi... o almeno la parte di cui io stesso non sono stato testimone. Questa storia parla di un gatto e, se siete persone particolarmente amanti dei gatti, vi consiglio di non leggerla.

Scapolo, Harrington viveva da solo nel Greenwich Village in un piccolo appartamento al pianterreno. Tutto ciò che ho udito raccontare di lui mi porta a credere che fosse sostanzialmente un pesce lesso, la cui unica passione erano i gatti.

Anche coi gatti, tuttavia, ostentava un'assoluta mancanza di sentimenta-lismo. Non si rivolgeva a loro come a dei bambini, né li lasciava dormire sul suo letto. Negli anni trascorsi in città, aveva posseduto in successione tre gatti: Inagain, Carrie Chapman e, in ultimo, Finnigan. Lavinia li aveva sopportati tutti e tre. Molto prima che avessi occasione di incontrare Harrington, lei mi parlava dei gatti di Harrington, e si lamentava dei mobili graffiati. Non riusciva a capire in che modo un uomo per altri versi così meticoloso potesse sopportare che i gatti gli riempissero di pelo le poltrone e gli graffiassero tutta la mobilia.

«La fodera del signor Harrinton è completamente rovinata» mi annunciava lugubremente Lavinia.

«Ma se nemmeno si vede» diceva intanto Harrington a George Levy.

Carrie Chapman era una gatta persiana piuttosto stupida, anche se provvista di pedigree. Harrington non attendeva certo con ansia che la gatta andasse in calore per la prima volta, e le sue apprensioni dovevano rivelarsi giustificate. Una sera Carrie scappò dall'appartamento, a quanto pare da una finestra scorrevole alzata in modo da lasciare uno spiraglio di non più di tre centimetri, e il mattino seguente Harrington la udì miagolare apprensivamente nel giardinetto sassoso dietro casa. Scrutò fuori e la vide accoccolata vicino allo steccato, circondata da quattro grossi maschi.

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