Ancora by Maria Sole Tognazzi

Ancora by Maria Sole Tognazzi

autore:Maria Sole Tognazzi [Tognazzi, Maria Sole]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-28T12:00:00+00:00


15

Il viaggio dei giorni precedenti è diventato ormai quasi un’abitudine. Lea accompagna Rita a casa, al ritorno dalla fabbrica. Mentre guida, ogni tanto le parla, le pone piccole domande, si volta cordiale verso la ragazza. Sì, ora Rita è più a suo agio, più rilassata. La sua mano destra non viaggia più aggrappata alla maniglia in alto.

«... quindi è poco che stai a Roma?»

«Sono quasi cinque mesi.»

«E in casa quanti siete?»

«Siamo sei.»

«Tua sorella, il marito, i loro tre bambini, tu... ma non mi avevi detto che c’era anche tua madre?»

«Mi ha accompagnato. Ma adesso è tornata al paese...»

Se ne restano di nuovo in silenzio. Rita abbassa lo sguardo, c’è un’ombra che da un istante le è apparsa sul viso. È un segnale che Lea raccoglie e che le suggerisce di spezzare quella innocua catena di domande. Ma l’ombra era di passaggio, e Rita a un tratto risolleva gli occhi. Un impulso del cuore, uno stimolo che per una volta contiene luce, le indica che può fidarsi di Lea. E all’improvviso riapre il dialogo: «Mi dice com’è?».

«Com’è cosa?»

«Guidare la macchina. Com’è?»

«È... bello, ma sì, divertente. Fa sentire libera.»

La 600 di Lea è ferma in uno spiazzo di campagna, ha il motore acceso. E quel motore romba, ruggisce più volte. Qualcuno sta premendo sull’acceleratore, ma a parte il rumore e il carburante che diventa fumo, l’auto non risponderà, il cambio ha la marcia in folle.

Seduta al volante c’è Rita. Lea si è sistemata accanto, sul sedile a destra. Per la prima volta nella sua vita la ragazza sta provando a guidare. Con la sua mano sinistra, Lea copre quella di Rita che già avvolge il pomello del cambio, e fa sentire la direzione del movimento da compiere.

«Devi ingranare la prima, così, spingendo avanti... Poi lascia piano la frizione, il pedale a sinistra...»

«... così...?»

«Sì, brava, brava...»

L’auto comincia a muoversi, si avvia piano. Rita è concentrata, ha le mani che rigide reggono il volante. Non lo dice, ma si vede che è anche un po’ spaventata, però convinta, con una determinazione convincente.

«Che faccio? Che faccio adesso...?»

«La seconda, metti la seconda... abbassa la frizione e tira la leva del cambio verso di te, verso il basso...»

Rita esegue in silenzio, senza commenti e, per ora, senza altre richieste, è attenta ed è eccitata. Nell’istante cruciale in cui si decide a cambiare la marcia, la 600 mostra qualche reazione di perplessità, ma tutto sommato regge, e continua a muoversi.

«Bene... adesso vai di là, prendi quel viale...»

Rita è contenta, addirittura scoppia a ridere.

«Sto guidando la macchina! Sto guidando!»

Lea la osserva e sorride, non può non farlo. È in fondo la prima volta che Rita le appare come la ragazzina di diciotto anni che è. Un po’ selvatica, forse, e adesso alle prese con una delle esperienze che inebriano quell’istante della vita.

All’ora in cui il sole saluta e la luce cala, la 600 è ferma, ha le portiere aperte. Lea e Rita sono fuori, appoggiate ai fianchi dell’auto. Lea fuma la sua sigaretta, Rita ha appena esaudito un suo desiderio, e ora se ne sta soddisfatta, con le mani che si rifugiano nelle tasche del soprabito.



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