Abel by Alessandro Baricco

Abel by Alessandro Baricco

autore:Alessandro Baricco [Baricco, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-10-29T11:29:56+00:00


Si piega su di me e mi dice

Si piega su di me e mi dice Adesso basta. Mia madre. Non so nemmeno che cosa stessi facendo, forse piangere, da bambino piangevo, lo sapevo fare. Non è severa, nemmeno seria, è solo immensamente calma, dice Adesso basta come se descrivesse qualcosa di semplice, come se ti insegnasse il sentiero più breve. Nel chinarsi, una ciocca di capelli biondi le scivola sugli occhi e lei la risistema dietro all’orecchio. Ha capelli fini, quasi bianchi d’estate, li lascia crescere per tenerli su, raccolti sulla nuca, a presentare la linea del collo, filante, di latte, poi interrotta dal bordo di camicette piuttosto maschili, sempre chiuse in alto. O di rado aperte sul seno piccolo, quasi piatto. Mai la gonna, eccetto in chiesa quando si va in chiesa, cioè una volta all’anno, forse due. Mai la gonna per la curiosa ragione che lei cavalca come nessuno di noi, onda sulla groppa, gambe cucite ai fianchi, talloni come carezze o coltelli. Il mondo si scioglie quando lei si stacca da terra per salire a cavallo, unica cosa che davvero le importa, senza la quale morirebbe di tristezza, gesto per cui la ricorderemo, senza capire come possa riuscire a farlo in quel modo, capendo ancora meno di quanto capiamo quell’altro gesto, quando ci prende dentro di sé, perché quando ci prende dentro di sé lei viene da pensieri vicini e semplici, ma quando cavalca, allora il suo sapere viene da lontano, da sempre, dalle radici di ogni dettaglio e sfumatura, madre che cavalchi come io sparo. Bisogna vedere quando avvistiamo un branco, nascosto in qualche piega del paesaggio. Ammutolisce, allora, lei che già parla pochissimo e di malavoglia. Ipnotizzata dal desiderio, ma con lo sguardo febbrile che rimbalza da un cavallo all’altro, a leggere il branco come una pagina scritta in una lingua antica, cerca il senso, la gerarchia, la logica, l’inizio e la fine. Poi ci conduce a una danza, che noi dobbiamo capire dai suoi gesti, non le va di dire una sola parola, o di urlare degli ordini, bisogna capire dai suoi movimenti – caliamo dai fianchi della vallata come uccelli predatori o pretendenti d’amore. Mia madre è la donna che si butta nel branco, è mia madre che sceglie, cattura, doma, sono figlio della donna che conduce a casa animali selvaggi. Per giorni, poi, nel vederla convertire la loro bellezza cieca in forza domestica, in servitù, in fratellanza, noi impariamo una lezione memorabile sulla vocazione dell’uomo a devastare la purezza per disegnare qualcosa di perfetto, artificiale e schiavo. Senza saperlo, ne ricaviamo l’istinto a credere che diventare grandi sarà una conversione del genere, dove saremo noi a domare noi stessi. Quanta sofferenza ha poi generato questo equivoco, madre che parli poco, madre bella a tratti, come lampi. Molto desiderata da molti uomini, ma è difficile capire il perché. Perché è irresistibile, dice Lilith, ma non spiega. Dove noi vediamo invece la camminata rigida, prima di salire a cavallo, la bocca sottile piegata in



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